A Darfo il monologo di Turelli sulla Shoah
Le immagini passate alla storia, la musica di Giovanni Rovati, ma soprattutto le parole recitate con commozione e dolore da Emanuele Turelli, hanno raccontato, attraverso la storia dell’ebreo fiorentino Nedio Fiano, la Shoah agli alunni dell’Istituto Olivelli di Darfo B.T. Nedo Fiano il 16 maggio del 1944 venne deportato nel campo di concentramento di Auschwitz con tutta la sua famiglia, che venne sterminata. Rimasto orfano a 18 anni, fu testimone degli orrori dell’Olocausto che trovò il coraggio di raccontare molti anni dopo essere stato liberato, nell’aprile del 1945, dal campo di concentramento di Buchenwald dove era stato trasferito dai nazisti in fuga. Prima di morire nel 2020 all’età di 95 anni, lasciando una grande memoria fatta di libri e di racconti, tra cui il suggestivo romanzo biografico “Il coraggio di vivere” da cui è tratto lo spettacolo che lo storyteller Emanuele Turelli porta da molti anni sui palcoscenici di tutta Italia, per rendere i giovani partecipi, attraverso il teatro, di quella sofferenza e di quegli orrori. La storia di Nedo Fiano, raccontata attraverso un monologo crudo e diretto, è la storia di un bambino che viene cacciato da scuola in seguito alle leggi razziali, che viene deportato fra un campo di sterminio e l'altro, perdendo l'intera famiglia e gli amici più cari. E’ una storia che parla di antisemitismo, di leggi razziali, di pregiudizi e ostilità che hanno portato allo sterminio. E’ la storia di milioni di ebrei europei svuotati dei loro diritti civili, separati dai loro cari, internati, sterminati. E’ una storia che però alla fine, tramuta il male in bene, l’odio in amore, l’idea di razzismo, nel rispetto dell’uomo.
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