SCAMPATO MIRACOLASAMENTE AL TERREMOTO

“Mancavano pochi minuti alle 4 della notte di lunedì 6 febbraio, quando una violentissima scossa di terremoto mi catapultava dal letto contro una parete dell’Hotel che mi ospitava. Tutto tremava. Mi vestii a fatica mentre dal soffitto piovevano calcinacci. Uscii dalla camera abbandonando quanto di personale avevo con me, compreso il passaporto e due fediche avevo acquistato perché volevo fare una sorpresa alla mia compagna Sabina, chiedendole di sposarmi al mio ritorno. Infilai le scale, fortunatamente non crollate, è riuscii ad uscire in strada, mettendomi in salvo, tutt’attorno le macerie degli edifici crollati”. A raccontare è Marcello Carbone 54 anni, laziale di origine ma che da anni residente a Villa d’Ogna, scampato miracolosamente per ben due volte alla morte, mentre si trovava per lavoro nella città di Kahramanmaras, epicentro del terremoto in Turchia, rischiando poi di morire per ipotermia. Negli occhi e nel racconto, del tecnico meccanico e volontario della Protezione civile di Clusone, ancora scosso, si clegge tutto il dramma dell’immane tragedia. Sfidando il freddo, tanto da rischiare l’ipotermia, Mercello riusciva ad aggregarsi ad un gruppo di operatori svizzeri raggiungendo la città di Kayseri, nel centro-nord della Turchia. Con un biglietto prenotato dall’azienda per la quale lavora, riusciva a raggiungere in aereo Istanbul e infine, da lì, l’Italia.

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