FUMAGALLI NON PRENDE LE DISTANZE
Il forte legame con l’Adda, sarebbe tra i pochi elementi emersi durante l’interrogatorio in carcere di Carlo Fumagalli, arrestato con gli abiti ancora fradici, mentre vagava a piedi per Vaprio d’Adda dopo essere finito volontariamente nelle acque del fiume, consapevole che Romina Vento, 44 anni, sua compagna non sapesse nuotare. Il pm Carmen Santoro, sulla base delle indagini dei carabinieri della compagnia di Treviglio, lo accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza. Il quadro sembra piuttosto definito, rafforzato, parrebbe anche dalle dichiarazioni rese dallo stesso Fumagalli. Non ha pianto né espresso emozioni o chiesto dei figli a casa. Ne ha un terzo, quasi trentenne, che vive altrove con la fidanzata e che martedì sera ha partecipato alle ricerche. L’uomo viene descritto dai conoscenti come una persona tranquilla, con una vita senza eccessi o stranezze. Una persona dedita alla famiglia. Lavorava come addetto al taglio del tessuto alla Duca Visconti di Modrone ed era particolarmente appassionato di sport. Fumagalli avrebbe accennato ad alcuni colleghi delle difficoltà attraversate nell’ultimo periodo, tali da averlo portato in cura psichiatrica, mentre nei giorni precedenti al delitto, risulterebbe avesse sospeso la cura prescritta. Con Romina si era iniziato a parlare di separazione, ma di sicuro nessuno poteva ipotizzare con un epilogo drammatico. Chi indaga ritiene, che la crisi di coppia possa essere il movente. Sette minuti da ricostruire quelli trascorsi tra la fine del turno della vittima e la chiamata ai soccorsi fatta dai testimoni della tragedia. Martedì 26 aprile è stata programmata all’Ospedale Papa Giovanni XXIII° l’autopsia sul corpo di Romina Vento.
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