L’OMBRA DEL PIROMANE NEGLI INCENDI SERIANI
Ultimo episodio in ordine cronologico, il fronte di fuoco esteso per 250 metri, quello divampato la sera di Pasquetta a circa un chilometro di distanza da Castione, nella frazione di Rusio, sul Mut de Cà. A far supporre l’origine dolosa il fatto che si trattasse di una giornata né ventosa né calda, in aggiunta al luogo in cui hanno avuto origine le fiamme, divampate lungo una strada che porta alla malga Presolana, raggiungibile sia in automobile che a piedi. Un luogo molto frequentato dai pedoni, perché suggestivo. Un’area in cui già una decina di anni fa si era verificato un precedente analogo. Come terzo elemento la presenza di due focolai differenti, distanti un centinaio di metri l’uno dall’altro. L’incendio pareva essere stato domato intorno a mezzogiorno, ma fino a sera le braci hanno continuato ad alimentare piccoli focolai sparsi. Complessivamente, sono servite quasi 12 ore di lavoro. In fumo circa 60 ettari di bosco, composto per la maggior parte da abeti, pini e sottobosco, quasi tutti privati. Fortunatamente non sono stati registrati feriti e danni alle abitazioni. Per spegnere le fiamme, a Castione, sono stati impiegati oltre all’ Erikson tre elicotteri levati in volo dalle basi di Darfo, Caiolo e Talamona e un Canadair della Protezione civile nazionale decollato da Genova. A terra, nel frattempo hanno operato una quarantina di persone tra cui uomini del Corpo volontari Presolana, vigili del fuoco di Gazzaniga, Clusone e Darfo, i carabinieri forestali e altri gruppi di protezione civile e squadre antincendio boschivo di Rovetta, Castione, Clusone, Val Gandino e Ponte Nossa. Ora la situazione risulterebbe essere rientrata alla normalità.
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