I PAZIENTI PIANGONO FRANCESCO RANDON

Anche se alcuni pazienti non avevano ancora avuto modo di incontrarlo, chi aveva conosciuto Francesco Randon, il medico  morto carbonizzato a soli 60 anni nel drammatico schianto contro un autoarticolato, lunedì sulla statale 42 Brusaporto lo descrive come una persona ligia al suo impegno, tanto da dedicare tempo oltre il dovuto, essendo che spesso era presente nel suo ambulatorio prima e dopo l’orario di visite. Randon era entrato in servizio lo scorso 29 maggio, andando a risolvere il problema della carenza dei medici di famiglia. Era originario di Padova, dove vivono la moglie e una figlia, ma domiciliato a Fara d’Adda. L’Amministrazione comunale e Ats Bergamo, come si legge in una nota è vicina la dolore dei famigliari, partecipando con dolore al lutto che ha colpito i propri cari e l’intera categoria. L’auto sulla quale stava viaggiando, una Ford Puma diretta verso Borgo di Terzo, dopo aver sbandato, invadeva la corsia opposta, schiantandosi frontalmente contro un tir e prendendo fuoco. Il suo corpo, rimasto intrappolato nell’abitacolo, finiva carbonizzato dall’incendio sprigionatosi, mentre il camionista riusciva a salvarsi prima che il tir venisse avvolto dalle fiamme. Restano ora al vaglio degli agenti della Polizia Stradale le cause dell’accaduto, se un malore, una distrazione oppure un improvviso colpo di sonno, mentre la salma è stata trasferita all’obitorio dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, dove sarà eseguita l’autopsia.

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