RIAPRE IL PARCO FAUNISTICO

Anche i gestori del Parco Faunistico di Paspardo hanno dovuto fare i conti con il maltempo. Ad aver messo a dura prova il bosco nel quale il Centro Faunistico sorge, è stata in particolare la tempesta del 24 luglio. Alberi abbattuti e strutture danneggiate, per fortuna non in modo irrimediabile, hanno costretto il Parco a chiudere al pubblico ma non è stato così per il Centro Recupero Animali Selvatici che ha proseguito la sua attività senza intoppi. Dalla mattina seguite al nubifragio che ha causato ingenti danni al bosco naturale che rappresenta l’habitat degli animali, il personale si è messo subito al lavoro per ripristinare il centro visita in modo che potesse tornare al più presto fruibile al pubblico e grazie al lavoro del dottore Paolo Trotti, responsabile del centro ed ornitologo, che tra una fasciatura e una poppata ai piccoli ospiti del CRAS, ha provveduto a ripulire da ramaglie, tronchi e fango la parte bassa del sentiero, le porte del parco riapriranno ai visitatori questo giovedì 3 agosto. Possono così riprendere anche i laboratori di arte-natura dedicati ai più piccoli previsti a partire da questo fine settimana. Per quanto riguarda invece le decine di piante schiantate nel bosco che sovrasta il centro visitatori sarà necessario un intervento più strutturato, da concordare di concerto con il Parco dell’Adamello e la Comunità Montana di Valle Camonica: per il momento questa parte della struttura rimane necessariamente interdetta ai visitatori. Il CRAS e Centro Faunistico del Parco Adamello, gestito dal 2017 dall’associazione Lontàno Verde con il Parco ed il Comune, nasce da un’idea della Comunità Montana di Valle Camonica-Parco Adamello e del Comune di Paspardo e si concretizza nella primavera del 2010 anche grazie al contributo di Fondazione Cariplo, Regione Lombardia e Provincia di Brescia. Primo e unico Centro Recupero Animali Selvatici autorizzato da Regione Lombardia a operare in provincia di Brescia – fornisce un contributo importante nella raccolta di informazioni sulla distribuzione delle specie e sulle cause di ferimento o mortalità della fauna: nel 2020, anno in cui il centro ha registrato il maggior numero di animali recuperati, sono stati curati oltre 800 animali, feriti dall’impatto cavi elettrici e cavi sospesi, vetrate o veicoli e in maniera sempre minore, dal bracconaggio. Molti di questi animali sono stati rilasciati in natura, altri, non più idonei, hanno trovato casa negli oltre 7 ettari di bosco del Centro Faunistico, ospitati all’interno di recinti e voliere, tra cui caprioli, cervi e rapaci notturni e diurni.  Con la sua attività il centro sollecita un forte coinvolgimento emotivo nella cura della biodiversità e del territorio, riconducibile ad una logica più ampia di responsabilizzazione delle comunità intorno al tema della conservazione della natura.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori