TRAFFICANTI DI DROGA IN MANETTE
Trafficanti di droga in manette questo martedì mattina in seguito alla maxi operazione condotta in diverse province d’Italia tra cui anche Brescia e Bergamo dalla guardia di Finanza di Milano con la Direzione Distrettuale Antimafia. Oltre 400 finanzieri all’alba hanno eseguito 46 arresti e 12 fermi. Obiettivo: smantellare un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ma anche di riciclaggio di denaro e frode fiscale. Gli arresti sono stati accompagnati da 96 perquisizioni con l’aiuto di unità cinofile antidroga non solo in Italia, ma anche in Spagna e e in Svizzera, in abitazioni e aziende delle persone arrestate. Sarebbe stato così smantellata una rete di spaccio di hashish e marijuana per circa 30 tonnellate e i finanzieri hanno ricostruito traffici per 42 milioni di euro e un giro di contante di 26 milioni di euro in poco più di un anno. Sono stati inoltre sequestrati 10 compendi aziendali, 52 immobili in Lombardia e altre Regioni del Nord Italia, beni mobili e disponibilità finanziare per 9 milioni di euro, ritenuti di provenienza illecita ovvero sproporzionati rispetto al reddito o all’attività economica svolta dai membri dell’organizzazione composta da un gruppo di italiani e spagnoli, con la collaborazione di alcuni albanesi e cinesi. In particolare, l’indagine si è focalizzata sulla ricostruzione delle modalità di pagamento utilizzate dai narcotrafficanti, i quali, per saldare gli acquisti delle partite di droga, si avvalevano di “servizi bancari” abusivi gestiti da cinesi, titolari di esercizi commerciali, che ricevevano contante da trasferire in Spagna, in modo anonimo, veloce e non tracciabile. Inoltre il denaro consegnato dai trafficanti di droga negli esercizi commerciali cinesi (nell’ordine delle decine di milioni di euro) veniva subito dopo “venduto” a una diversa associazione criminale composta da imprenditori italiani operanti nel settore dell’acciaio e della plastica, dediti a sistematiche frodi Iva con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (con bonifici all’estero verso Cina, Svizzera e Hong Kong). Il contante provento del traffico di droga diventava quindi la provvista in nero degli evasori fiscali e il denaro sporco veniva ripulito con le frodi all’erario.
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