COLDIRETTI IN PROTESTA A BRUXELLES

E’ quindi a Bruxelles che la Coldiretti si deve concentrare se vuole dare risposte agli agricoltori che rappresenta ed è così che – per bloccare quelle che la principale associazione degli imprenditori agricoli italiana ed europea definisce le follie dell’Unione Europea che minacciano l’agricoltura italiana, molti agricoltori anche dalle nostre province hanno manifestato in piazza a Bruxelles in occasione del Vertice europeo straordinario sul bilancio dell’Unione Europea alla presenza della premier Giorgia Meloni. Una prima risposta alla protesta è arrivata dalla deroga annunciata dalla Commissione Europea, per il 2024, all’obbligo imposto agli agricoltori dalla Pac di lasciare incolto il 4% dei terreni. “Non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare” - ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che chiede la cancellazione definitiva dell’obbligo e che era presente questo giovedì mattina di fronte Parlamento europeo, accanto ad un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia e, in rappresentanza di quelli bresciani, la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti. Obiettivo dell’associazione, sostenere la proposta e denunciare, con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne. Accanto alla Coldiretti in piazza anche altre organizzazioni agricole europee a partire dalla francese Fnsea con la quale è stato costruito un fronte comune. Altra richiesta, fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e le norme sul lavoro. Per questo soddisfazione è stata espressa per lo stop annunciato dalla Commissione Europea -   in assenza di tali standard - all’accordo commerciale con Paesi dell’America meridionale come Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Coldiretti chiede inoltre di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale.

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