RAPINE IN BANCA: QUATTRO ARRESTI NEL BRESCIANO

Associazione a delinquere, sequestro di persona e ricettazione finalizzate a compiere rapine ai danni di alcuni istituti di credito della provincia di Brescia. Sono queste le accuse a carico di quattro soggetti – tre uomini e una donna – condotti in carcere questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Gardone Val Trompia. Due di loro pregiudicati, in trasferta da Palermo, avevano infatti trovato il supporto e il sostegno logistico di una coppia di bresciani, poi incaricati di fungere da autisti e “vivandieri” per colpire alcuni istituti bancari della zona. Le indagini, coordinate dal sostituto procurato Alessio Bernardi, erano state avviate a seguito di alcune rapine avvenute in provincia tra agosto e novembre dello scorso anno. In questo periodo erano state infatti prese di mira le filiali Unicredit e Cassa Padana di Sarezzo, quelle della Banca di Credito Cooperativo di Nave e, infine, quella di Concesio. Quest’ultima, lo scorso 18 ottobre, solo tentata poiché i dipendenti, insospettiti, non avevano consentito l’accesso ai rapinatori. Infine, il 3 novembre, il gruppo aveva deciso di colpire la filiale della Banca di Credito Cooperativo di Gardone. I due rapinatori, minacciando gli impiegati con un taglierino, erano riusciti a fuggire con circa 120.000 euro, allontanandosi grazie ad una complice. A fermarli l’intervento delle pattuglie dell’Arma che avevano arrestato i tre rapinatori. L’identificazione di tutti i componenti del sodalizio è stata possibile grazie alla visione delle numerose immagini di videosorveglianza delle banche colpite e di altri esercizi commerciali dell’area. I successivi servizi di osservazione e pedinamento hanno consentito ai Carabinieri di individuare l’abitazione utilizzata dal sodalizio quale base logistica, monitorando poi gli spostamenti dei rapinatori durante i vari sopralluoghi eseguiti, nonché il supporto fornito dalla coppia bresciana. Infine l’analisi dei telefoni sequestrati dopo gli arresti del 3 novembre, ha fornito importanti riscontri sia in merito ai ruoli assunti dai vari componenti del gruppo. I militari, nel corso delle indagini, hanno appurato che il gruppo criminale adottava sempre lo stesso modus operandi.

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