COMMISSARIATA LA ARMANI OPERATIONS
Commissariata per caporalato la Armani operations. L’azienda d’alta moda non avrebbe fatto abbastanza per prevenire fenomeni di sfruttamento lavorativo nel ciclo produttivo. Il Tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria per la Giorgio Armani Operations, società del gruppo di moda italiano Armani che si occupa di progettazione e produzione di abbigliamento e accessori, a seguito di un'inchiesta dei PM Paolo Storari e Luisa Baima Bollone e dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro. L'accusa è di aver subappaltato indirettamente la produzione a società cinesi che sfruttavano i lavoratori. È stata disposta l'amministrazione controllata di un anno. Secondo gli investigatori, la Armani Operations sarebbe stata "ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito del ciclo produttivo non avendo messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici tanto da agevolare, colposamente, soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato". Non risulterebbe trattarsi di "fatti episodici", ma di un "sistema di produzione generalizzato e consolidato" che riguarda diverse "categorie di beni", come ad esempio "borse e cinture", messo in atto dal 2017 fino alle più recenti verifiche" con la produzione "della merce a marchio Giorgio Armani" realizzata "in concreto" da "opifici cinesi". In una nota il gruppo risponde: "Apprendiamo della misura di prevenzione decisa dai Tribunali di Milano nei confronti della Giorgio Armani Operations. La società ha da sempre in atto misure di controllo e di prevenzione atte a minimizzare abusi nella catena di fornitura. La GA Operations collaborerà con la massima trasparenza con gli organi competenti per chiarire la propria posizione rispetto alla vicenda".
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