1,5 MILIARDI DI EURO PER L’EMERGENZA ABITATIVA

Senza una casa dignitosa non c’è vita dignitosa. E’ quanto ribadiscono Cgil Cisl e Uil a margine del presidio organizzato sotto il Palazzo di Regione Lombardia per chiedere all’ente “un cambio di rotta sulle politiche per l’edilizia residenziale pubblica.” Quelle attuali non tutelerebbero la domande delle persone più fragili e secondo i sindacati creerebbero “una competizione assurda tra le famiglie con reddito basso.” Nel 2023- denunciano le sigle sindacali – le domande di assegnazione di alloggi pubblici sono state oltre 65 mila e solo 2600 avrebbero avuto una risposta. “Tempi di assegnazione troppo lunghi, punteggi che penalizzano chi è in difficoltà, assenza di strumenti per fronteggiare l’emergenza abitativa, in particolare quella legata agli sfratti” – così Cgil, Cisl e Uil descrivono la situazione, mentre “aumentano gli alloggi pubblici sfitti, circa 20 mila, ma non aumenterebbero anzi sarebbero in calo gli alloggi pubblici messi a bando generale.” La risposta dell’assessore regionale alla Casa e Housing sociale Paolo Franco non si è fatta attendere. “I sindacati” – ha affermato -” protestano contro la modifica del regolamento regionale per l'assegnazione degli alloggi popolari, deliberato recentemente dalla Giunta, che attribuisce maggiori punteggi nelle graduatorie agli anziani, ai disabili, alle famiglie monoparentali con minori a carico, alle famiglie di nuova formazione, ai genitori separati in condizioni di disagio economico, alle Forze dell'ordine e ai lavoratori del servizio sanitario. Sul regolamento esistente pende un ricorso con sentenza attesa per l’inizio di luglio. “Regione Lombardia” – ha concluso- “sta attuando un piano senza precedenti, da 1,5 miliardi di euro, per l’edilizia residenziale pubblica e gli alloggi a canone agevolato. Il programma, denominato ‘Missione Lombardia’, mette in primo piano la cura del patrimonio, le riqualificazioni degli immobili e l’efficientamento del sistema delle assegnazioni. Non riconoscere lo sforzo in atto è nella migliore delle ipotesi miope e nella peggiore scorretto e in malafede”.

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