“LAVORO IN SICUREZZA, PER COSTRUIRE IL FUTURO”

Un primo maggio da una parte per ringraziare chi con sacrificio durante l'emergenza ha lavorato sodo per garantire i servizi essenziali e anche alle forze dell'ordine, esponendosi al rischio del contagio e a chi negli ospedali, nelle Rsa, i medici di base, gli infermieri e tutto il personale sanitario e sociosanitari, è stato testimone diretto del dramma Coronavirus costato la vita a molte persone, e dall'altra parte per esprimere solidarietà nei confronti di tutti coloro che a causa del blocco delle attività e della lenta ripartenza, il lavoro, ovvero la loro impresa, il loro negozio, la loro attività, rischiano di doverla chiudere schiacciati dalle tasse, dai debiti, dai mutui e dall'incertezza del futuro. Protagonista di questo primo maggio quindi il delicato equilibrio tra necessità di mantenere vivo il tessuto produttivo e il bisogno di sicurezza e di tutela delle persone. Lo slogan nazionale scelto da CGIL, CISL e UIL che quest'anno non potranno scendere in piazza, è quindi “lavoro in sicurezza, per costruire il futuro”. Le imprese si devono riorganizzare per rispettare le norme di sicurezza, l'occupazione anche per via della riduzione degli orari continuerà a calare nei prossimi mesi e sono solo in provincia di Bergamo 165 mila i lavoratori in cassa integrazione richiesta da 9.500 imprese. Non siamo ancora usciti dall'emergenza e quindi i sindacati lanciano l'appello all'unità: è necessario affidarsi ai pareri medico e scientifici e non è il tempo di strumentali polemiche: “sarebbe bene – affermano i sindacati - “che chi soffia sulla paura e sui disagi della gente la smettesse. Unità nazionale predicata a parole e contestazione di ogni pratica messa in campo dall’altra”.

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