GIACOMO BOZZOLI IN AFRICA?

L’ultima traccia di Giacomo Bozzoli ripreso dalle telecamere dell’Hard Rock Hotel di Marbella, nel sud della Spagna, risale al 30 giugno. E’ da qui quindi che partono le ipotesi circa il suo piano di fuga: che il 39enne possa essersi imbarcato verso le enclavi spagnole in territorio marocchino, che già in passato hanno ospitato altri latitanti; che possa essersi rifugiato in isole al largo della costa nord occidentale dell’Africa, come Capo Verde, isola frequentata da molti italiani in cui non esiste l’estradizione verso il nostro Paese; oppure che abbia intrapreso un viaggio verso Paesi come l’Albania, più vicini via mare all’Italia dove Giacomo Bozzoli potrebbe voler ritornare per vedere la compagna e il figlio. Non sono d’aiuto nella caccia all’uomo, le parole di Antonella Colossi, la compagna del 39enne che era con lui in Spagna per quella che descrive come una normale vacanza in famiglia con il figlio, terminata nel momento in cui hanno appreso via Internet in hotel della sentenza definitiva di ergastolo. A quel punto Giacomo Bozzoli avrebbe detto addio alla famiglia e avrebbe fatto perdere le sue tracce e la compagna e il figlio di 9 anni sono rientrati da soli in Italia, tramite passaggi in auto di fortuna e in treno, quattro giorni dopo. C’è nella ricostruzione della donna, ascoltata di nuovo questo martedì dagli inquirenti, questa volta in Procura, un buco di tre o quattro giorni riempito di “non so” e “non ricordo” riconducibili, nella sua versione, allo stato di choc nel quale sarebbe precipitata dopo aver appreso della sentenza. La donna, convinta dell’innocenza del compagno, non è accusata di favoreggiamento. Sostiene che la famiglia è partita a bordo della Maserati il cui passaggio il 23 giugno è stato registrato a Desenzano, e di cui si sono perse le tracce: l’auto potrebbe essere stata scollegata dal satellitare. Giacomo Bozzoli a distanza di nove anni dall’omicidio dello zio Mario scomparso nella fonderia di famiglia di Marcheno l’8 ottobre del 2015, ucciso dal nipote che lo odiava e gettato in un forno, pur essendo stato condannato in primo e secondo grado, non è mai stato in carcere ed è sempre stato disponibile durante le indagini e presente in aula, alle udienze, durante il processo. Ha avuto molti anni di tempo quindi per pianificare una fuga che richiede una buona disponibilità di contanti, nei minimi dettagli: questo spiegherebbe perché è partito per la vacanza in famiglia senza il cellulare, proprio a ridosso della data della sentenza della Cassazione, perché la compagna abbia perso il suo cellulare proprio durante quella vacanza, perché la Maserati sarebbe sparita dai radar, perché ci sono incongruenza tra il viaggio in auto verso la Spagna iniziato il 23 giugno e la prenotazione all’albergo di Mirabella che parte invece dal 20 giugno. Le incongruenze potrebbero fare parte di un piano di depistaggi per sviare le indagini e dare tempo a Giacomo Bozzoli di portare a termine la sua fuga.

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