INTERROGATA LA COMPAGNA DI BOZZOLI

Tra molti “non lo so” e “non ricordo”, questo venerdì sera nella caserma dei carabinieri di Piazza Tebaldo Brusasto a Brescia, si è svolto l'interrogatorio di Antonella Colossi. Quattro ore e mezza durante le quali la donna, molto provata, ha risposto alle domande degli inquirenti in qualità di persona informata dei fatti. Le incertezze riguardo alle date e ai luoghi che sarebbero emerse durante l'interrogatorio in Procura, sarebbero da ricondursi ad uno stato di choc nella quale la compagna di Giacomo Bozzoli sarebbe precipitata dopo la sentenza di condanna definitiva all'ergastolo, tanto da perdere la memoria e non ricordare bene ciò che è avvenuto nei giorni seguenti. La donna con il compagno e il figlio di nove anni, sarebbero stati insieme in vacanza a Cannes nei giorni prima della sentenza, e durante il soggiorno in Costa Azzurra, Antonella Colossi avrebbe perso il cellulare. A nome di Giacomo Bozzoli è risultato prenotato dal 20 al 30 giugno un albergo anche a Marbella, in Spagna, dove è stato registrato il passaporto di Antonella Colossi anche in un secondo albergo. Dopo la sentenza la famiglia infatti si sarebbe separata: Giacomo Bozzoli avrebbe intrapreso la fuga da solo mentre la donna sarebbe tornata in Francia col figlio, chiedendo un passaggio in auto e poi avrebbe preso un treno per Milano, dove una volta arrivata ha chiamato il padre, che proprio nelle ore precedenti aveva rivolto a mezzo stampa un appello a Bozzoli di costituirsi per il bene della sua famiglia. Antonella Colossi, che ha sempre creduto nell'innocenza del compagno, al momento non risulta indagata per favoreggiamento. E' infatti protetta dall’articolo 384 del codice penale che prevede una causa di non punibilità per colui che commette un fatto per tutelare un proprio (o di un familiare) individuale interesse di libertà o di onore. Le sarebbe stato chiesto anche del presunto depistaggio, ovvero del passaggio della Maserati intestata a Giacomo Bozzoli la mattina del 23 giugno alle 5.51, 5.53 e 6.03 dai portali-lettori targa di Manerba e Desenzano del Garda, e la donna avrebbe affermato che sull'auto c'erano loro in partenza per la Spagna. Gli inquirenti sono al lavoro per risolvere le incongruenze, per trovare indizi nei supporti informatici sequestrati circa la fuga progettata e per fare quadrato attorno a Giacomo Bozzoli e assicurarlo così alla giustizia: deve scontare l'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario Bozzoli, avvenuto l'8 ottobre del 2015 nella fonderia di famiglia di Marcheno.

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