DELITTO SHARON, DNA AI RESIDENTI

Nonostante l’intenso lavoro dei carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo, l’indagine sul delitto di Terno d’Isola, costato la vita a Sharon Verzeni, non sembra essere andata oltre il pezzo d’asfalto dove è avvenuto l’agguato mortale, prima che l’assassino si dileguasse nel buio. Le telecamere del circuito di sorveglianza comunale hanno registrato persone a piedi, in bicicletta, targhe di auto e moto, ma i rintracciati avevano alibi credibili. Quindi il delitto ad ora resta senza indagati. In attesa che il Ris di Parma restituisca le coordinate delle tracce repertate sul corpo e sui vestiti della barista di 33 annI, per questo gli inquirenti giocano la carta del test del Dna ai residenti di via Castegnate e delle vie limitrofe, un’arma in più a disposizione di chi indaga. Inevitabile il collegamento con il campo di Chignolo d’Isola, dove venne ritrovato il corpo senza vita di Yara Gambirasio, distante solo 2 chilometri da via Castegnate. Sedici giorni di apprensione per i residenti di Terno, che vivono l’incubo di chi, apparentemente senza motivo, esce di notte e ammazza a coltellate la prima donna che incontra per strada. Contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente, dopo le 5 ore di interrogatorio tenutosi martedì al comando provinciale dell’arma, si consolida, come estranea all’omicidio, la posizione di Sergio Ruocco, il compagno 37enne di Sharon. Dal racconto fatto agli inquirenti, i militari potrebbero aver individuato dettagli e informazioni utili nel prosieguo delle indagini.

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