PASSO AVANTI NELLE INDAGINI SULLA MORTE DI SHARON

Potrebbe essere l’uomo in bicicletta transitato nella notte tra il 29 e 30 luglio in via Castegnate a Terno d’Isola, a dare una svolta nelle indagini sulla morte di Sharon Verzeri, la barista 33enne accoltellata con brutale violenza. I carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, hanno un’idea su chi possa essere il ciclista considerato non tanto l’assassino ma il testimone chiave del delitto. Il minuzioso lavoro di analisi dei filmati delle telecamere, ha permesso di stringere il cerchio, dando un nome al ciclista, Massimo riserbo se sia italiano o straniero e se sia di Terno d’Isola o nei paesi vicini. Si attendono i risultati dei Ris sui vestiti e i tamponi sul corpo di Sharon, mentre sono proseguite le audizioni dei residenti di Terno, amici e conoscenti della giovane, non solo al comando provinciale ma anche nelle stazioni dei carabinieri dell’Isola. Il killer potrebbe aver seguito due diverse vie di fuga. Risulterebbe non essere coperta dalle telecamere non solo via Castegnate intorno al civico 32, dove è avvenuto il delitto, ma anche una parte della stessa via e, soprattutto, due ipotetiche vie di fuga. Due tracciati alternativi di circa 850 metri, per allontanarsi dal luogo del delitto e riuscire a farla franca da circa un mese. “Siamo sicuri che non sia stato Sergio, è stato qualcuno che non la conosceva così bene, anche se non saprei chi”, è stato questo il commento di Bruno Verzeni, papà di Sharon. 

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