IL TERZIARIO OROBICO VA A RILENTO

Si preannuncia un anno ancora difficile per il terziario bergamasco. A sottolinearlo è Confcommercio Bergamo sul quadro emerso dal saldo tra aperture e chiusure con i primi sei mesi del 2024 che segnano un rallentamento delle aperture nel commercio, turismo e servizi. Nello specifico le neonate imprese sono 633 tendenzialmente appartenenti a servizi alle imprese, gli ausiliari e i servizi del turismo. Perdono ancora insegne il commercio alimentare al dettaglio e non alimentare che riguarda in particolare i negozi. Per il settore abbigliamento si registrano 57 chiusure contro 26 aperture, meno della metà. Il saldo del commercio non alimentare è tenuto in equilibrio dall’apertura di imprese nel commercio elettronico con 85 nuove iscritte (contro le 55 chiusure) e di 44 imprese che commercializzano auto (contro le 14 cessate). La crisi dei consumi sta producendo un conto molto salato, con il timore che a fallire siano le fragilità dei progetti imprenditoriali e delle competenze. A livello territoriale la città di Bergamo registra un dato positivo sul numero di nuove imprese. Tengono la Val Cavallina e la pianura pressochè invariate, mentre la situazione peggiore la si trova nelle valli: Val Seriana e la Val di Scalve(-17), Val Brembana,  Valle Imagna e Val Brembilla (-10), realtà influenzate negativamente dalle questioni legate alla viabilità insufficiente e alle infrastrutture, dalla stagionalità e dall’andamento del commercio.

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