UNA MORTE SENZA PERCHÈ
Il quadro è piuttosto chiaro, ad essere nebuloso è solo il movente che gli inquirenti sperano venga chiarito durante l'interrogatorio di garanzia a cui Jashandeep Badhan verrà sottoposto presumibilmente fra lunedì e martedì. Nel giro di poche ore gli uomini del tenente Maurizio Guadalupi – comandante della compagnia dei carabinieri di Clusone - sono venuti a capo dell'efferato omicidio di Sara Centelleghe la 18enne uccisa a forbiciate nella notte di sabato nel suo appartamento di via Nazionale 124 a Costa Volpino. La ragazza, bella, solare, educata e gentile – così la descrivono tutti – è in casa con un'amica non ancora 18enne. Questa ad un certo punto scende in strada per fumarsi una sigaretta e per prendersi una bibita ad un distributore – resta fuori fra i 15 ed i 20 minuti – quando torna nell'appartamento al terzo piano trova l'amica in un lago di sangue; non la tocca, urla e attira l'attenzione dei vicini, scatta l'allarme al 112. E' l1.18. Mentre Andrea che abita al secondo piano accorre e cerca di rianimare Sara, in collegamento con la centrale operativa del 112, in posto arriva un'ambulanza, insieme ai sanitari anche i carabinieri, per le scale, infatti, non è sfuggito a nessuno vi sono tracce di sangue: gocce ed impronte. E' proprio seguendo queste che i carabinieri arrivano all'appartamento di Jashandeep Badhan, un coetaneo di Sara, di origini indiane. Abita a pochi metri da via Nazionale, in via Wortley, quando bussano alla sua porta lui dorme ancora, lo portano in caserma a Costa Volpino, lo tempestano con una raffica di domande. Intanto nel garages dell'abitazione dove il ragazzo – magazziniere in un supermercato - abita con i genitori e due fratelli più piccoli – trovano i vestiti sporchi di sangue. Il cerchio è chiuso. L'arma del delitto – un paio di forbici – erano ancora in casa accanto a Sara che non ce l'ha fatta, nonostante i tentativi di rianimarla. Ai sanitari arrivati in posto non resta altro da fare che constatarne il decesso. 19 anni e tanti sogni svaniti nell'alba perchè – diceva Modugno – quando la luna tramonta li porta con sé. Voleva fare il chirurgo estetico Sara che frequentava il quinto anno dell'indirizzo socio sanitario all'Ivan Piana di Lovere. Da sabato mattina il suo banco in quell'aula è vuoto, un vuoto che i compagni di classe, gli amici, ed i familiari, dovranno riempire, dovranno dar risposta ad un dolore straziante di quelli che ti lacerano dentro. Non sarà facile neppure per la famiglia dell'assassino di Sara, una famiglia che ha cercato nel nostro paese un futuro che nel proprio faticava a trovare. Ed ora? Il movente potrebbe essere la chiave di tutto: per gli inquirenti la chiave di volta per indirizzare la giustizia, per l'opinione pubblica qualcosa su cui discutere, per i familiari per capire meglio i propri figli. Nelle prossime ore verrà intanto verrà eseguita l'autopsia sul corpo di Sara che si trova all'ospedale Papa Giovanni XXIII. Jashandeep Badhan invece è stato trasferito sabato sera nel carcere di Bergamo dove dovrà essere, come da prassi, risentito dal GIP.
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