Tre i branchi di lupi in bergamasca
Una grossa volpe e non il lupo. Questo sarebbe l’animale avvistato giovedì 7 novembre sul monte Blum a Rovetta. A confermarlo la Polizia provinciale di Bergamo, Le immagini parlano chiaro: “la coda non è di un lupo!”, anche se il predatore è tornato a ripopolare i boschi delle Orobie. Come attestato dal Comando, attualmente sono diventati tre i branchi che si aggirano nelle montagne del territorio provinciale. Oltre a quello “originario” di Gandellino anche il secondo è di stanza in Val Seriana, nei boschi al confine con la Val Serina nell’area intorno al passo di Zambla. Anche questo gruppo è composto da 6 animali, mentre il terzo, al confine con la provincia di Lecco tra la Valsassina e la Val Stabina, sarebbe composto da 7 esemplari. Gli agenti della Polizia provinciale confermano che non sarebbe stata una stranezza avvistare uno dei predatori sui monti che circondano l’altopiano di Clusone visto che ogni branco copre un’areale che spazia tra i 200 e i 300 chilometri quadrati e quello di Gandellino ha “bazzicato tutta estate nella Valzurio”, che per l’appunto, si trova proprio al di là del Blum. La Polizia provinciale ribadisce nuovamente che il lupo è un animale schivo, ha paura dell’uomo e preferisce evitare il contatto diretto, privilegiando spazi estesi e la natura incontaminata. Il suo avvicinamento nelle zone urbanizzate è dovuto unicamente alla ricerca di cibo. Uno degli episodi più cruenti e ingiustificati, nel contrasto al grande predatore, risale alla scorsa primavera, quando due allevatori riempirono di veleno una carcassa di cervo come esca per i lupi. I due dovranno rispondere di tentata uccisione di animali e uso di esche e bocconi avvelenati.
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