BRANCO DI LUPI IN VALLE DI SCALVE

Sulle Orobie sono nati quattro lupacchiotti: le fototrappole posizionate qualche giorno fa dalla Polizia provinciale in Valle di Scalve, li hanno immortalati – hanno già alcuni mesi di vita – insieme ai genitori. Si tratta del primo branco di lupi accertato in provincia di Bergamo. Si conferma quindi il fondato sospetto che i due lupi adulti avvistati fin dallo scorso dicembre in Alta Valle Seriana, di cui uno senza una zampa, fossero una coppia maschio e femmina e che appunto si muovano sul territorio in un'area piuttosto vasta. La presenza del branco, spiegano dalla Polizia provinciale di Bergamo, non deve allarmare, anzi: un branco di lupi come quello individuato appunto sulle Orobie ha un'area di riferimento che può arrivare a 500 chilometri quadrati e la sua presenza preclude l’arrivo di altri lupi. L'arrivo del lupo sulle Orobie era atteso perché gli Appennini sono saturi e sull’Arco alpino sia orientale che occidentale ci sono già da tempo popolazioni stabili. Il ritorno dei grandi predatori, inoltre, è considerato un indicatore biologico sinonimo di un territorio ben conservato e in buona salute. A dispetto dei timori e delle preoccupazioni da sempre manifestate dagli allevatori – garantiscono dalla Polizia provinciale di Bergamo, in base alle segnalazioni ricevute e ai rilievi effettuati in questi mesi, i lupi sono responsabili solo di una decina di predazioni di capi di allevamento, capre predate durante l’estate tra la Valzurio e la Valle di Scalve e alcune percore predate qualche giorno fa ad Ardesio. Un numero esiguo, dal momento che la Polizia provinciale ha stimato la presenza nel corso dell’estate di almeno 10 mila capi tra ovini, caprini, bovini ed equini dislocati in almeno una dozzina di alpeggi in zona. I lupi si sono per lo più nutriti di animali selvatici ampiamente presenti sulle nostre montagne, peraltro assolvendo anche alla funzione di regolazione della fauna selvatica propria dei grandi carnivori. La Polizia provinciale ricorda inoltre che chiunque subisca una predazione ha diritto a ricevere un indennizzo nell’ambito del progetto di Regione Lombardia “Life WolfAlps”, finalizzato alla conservazione del lupo e al miglioramento della coesistenza con l’uomo. In caso di predazione è fondamentale però rivolgersi alla Sala operativa della Polizia provinciale e non toccare la carcassa, per consentire i dovuti rilievi che forniscono all’allevatore danneggiato le informazioni e l’assistenza necessaria per accedere agli indennizzi previsti. Le stesse raccomandazioni valgono per gli avvistamenti e in caso di ritrovamento di carcasse di animali selvatici sospette: è stata proprio la collaborazione di un allevatore della Val di Scalve, che ha trovato una carcassa di cervo, a consentire la scoperta dei nuovi arrivati. La Polizia provinciale ribadisce, come già in occasione dei primi avvistamenti, che il lupo è un animale schivo, ha paura dell’uomo e preferisce evitare un contatto diretto privilegiando spazi estesi e la natura incontaminata. Il suo avvicinamento alle zone urbanizzate è dovuto unicamente alla ricerca di cibo. I suoi sensi sono estremamente acuti per cui è altamente improbabile l’eventualità di avvistarlo prima che lui si accorga della nostra presenza e si allontani. Nonostante l'improbabilità statistica dell'incontro con un grande carnivoro non esiste un “rischio zero”, il pericolo è connaturato ad un certo grado di imprevedibilità dell'animale selvatico. La loro presenza sulle nostre montagne però non deve condizionare la nostra possibilità di frequentarle comunque, con il dovuto rispetto e la dovuta attenzione.

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