Pier Luigi Milani racconta i Dolciniani
“L’Eresiarca Dolcino, Margherita e il valcamonico Mènech.” E’ il titolo dell’ultimo romanzo del ricercatore e scrittore camuno Pier Luigi Milani. L’autore di diversi studi sull’eresia, sull’inquisizione e sulla religiosità medioevale in Valle Camonica, prende spunto dal passaggio nel 1303 in Valle Camonica della carovana dei Dolciniani, movimento di eretici francescani inseguiti dall’Inquisizione del Vescovo di Trento. Un giovane dal nome Mènech resta affascinato dal predicatore Dolcino e si unisce al movimento di eretici francescani inseguiti dall’Inquisizione del Vescovo di Trento. E’ il personaggio di fantasia che, nell’ultimo romanzo dello scrittore e ricercatore camuno Pierluigi Milani, trova vita accanto a personaggi storici reali, a cominciare appunto dal predicatore Dolcino Tornielli che portò avanti il movimento nato sul finire del XIIIesimo secolo dalle costole dei Francescani. Una vicenda nota ai più perché accenata nel celebre romanzo “Il nome della rosa”, che Milani rispolvera a partire da fonti storiche come quelle lasciate dall’Inquisitore Bernardo Gui, per raccontare il reale passaggio nel 1303 della carovana dei Dolciniani attraverso la Valle Camonica. La fuga di Dolcino e dei suoi seguaci tra cui il valcamonico Mènech, è l’occasione per lo scrittore camuno, autore di diversi studi sull’eresia, sull’inquisizione e sulla religiosità medioevale in Valle Camonica, autore del libro Et Labora dedicato all’ordine religioso degli Umiliati della Valle Camonica, per raccontare un mondo, come lo descrive l’autore stesso, fatto di “rustici e borgatari, mercatores e miserabili, nobili e servi della gleba, vescovi e fratres, riformatori e rivoluzionari ante litteram, apocalittici e irriducibili.” Mosso dalla convinzione che “nei confronti della storia abbiamo il dovere della conoscenza e il correlativo diritto dell’immaginazione”, Milani parte da uno spunto storico reale. “Un viaggio in una Lombardia dimenticata”, come scrive lo studioso Marco Zulberti nella postfazione, tra le valli bresciane e bergamasche, di circa mille persone, in fuga delle persecuzioni, spinte a difendedersi, spinte alla fame, infine sterminate. Una storia documentata, come testimoniano le 109 note storiche e bibliografiche che riguardano i personaggi veri e le vicende reali che collocano il romanzo nella realtà degli avvenimenti che sconvolsero il continente europeo tra l’XI e il XIV secolo; una storia che parla di crociate, di amore, di fede, di convinzioni, di eretici come Dolcino, processati e bruciati, che a sette secoli di distanza pone grandi interrogativi quanto mai attuali e oggi come ieri senza una risposta.
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