L’olivicoltura bresciana: il bilancio con Coldiretti

Lo chiamano l’oro verde perché è prezioso: per farne un litro servono 6/7 chili di olive, ha proprietà nutrizionali che ne fanno il Re della Dieta mediterranea, è il frutto dell’olivicoltura che mantiene la vocazione turistica e paesaggistica dei territori. E’ l’olio celebrato con un incontro tecnico presso il frantoio di Cascina Clarabella a Rodengo Saiano questo martedì da Coldiretti Brescia in occasione della Giornata Mondiale dell’ulivo. L’olio è oggi ancora più prezioso perché è quel poco che rimane dopo i periodi di grandi siccità che si alternano alle grandi piogge, dopo gli attacchi di parassiti sconosciuti come la cimice asiatica, dopo anni come il 2019, il 2021, il 2023 in cui la resa è stata pari a zero. Da olivicoltore il presidente di Coldiretti Lombardia Gianfranco Comincioli vuole dare voce al settore, lavorando a fianco di AIPOL per garantire supporto tecnico e finanziamento agli olivicoltori. Oggi va un po’ meglio: le olive sono tornate sulle piante, ma rendono il 30% in meno rispetto alla media e difficilmente l’olivicoltura è redditizia. Molti olivicoltori coltivano gli uliveti per passione e autoconsumo e i restanti lo fanno in imprese multifunzionali in cui l’olio è solo una parte della produzione. Solo attraverso l’innovazione, l’assistenza, la formazione e una corretta commercializzazione del prodotto a livello europeo, le cose potranno cambiare.Nel 2024 si stima una raccolta in provincia di Brescia, per lo più sul Garda dove si concentra il 76% della produzione regionale e sul Sebino dove si concentra il 18%, e dove 1649 produttori coltivano 570 mila piante, di 50 mila quintali di olive per una produzione, nei 43 frantoi bresciani, di 427.200 litri di olio, per il 20% olio DOP e anche la Franciacorta non si sottrae alla sfida dell’olivicoltura. I dati sono stati illustrati da Simone Frusca responsabile dell’area tecnica di Coldiretti di Brescia alla presenza del direttore Massimo Albano e di Nadia Turelli responsabile Donne Coldiretti Brescia e sommelier che ha guidato i presenti in una degustazione, mentre Aldo Papetti Presidente della cooperativa sociale agricola Clarabella e il presidente del consorzio Carlo Fenaroli, hanno illustrato le attività del frantoio Sapor D’Olio, testimonianza di come l’agricoltura possa essere strumento di riscatto sociale. 

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