Cambio al vertice di Coldiretti

Con un grande bagaglio ricco di esperienze maturate durante i nove anni trascorsi alla direzione della più grande organizzazione provinciale lombarda, il direttore di Coldiretti Brescia Massimo Albano è ora pronto per ricoprire nuovi incarichi nel veronese. Passerà il testimone, dal primo gennaio, ad Andrea Repossini. Il passaggio delle consegne questo lunedì mattina in occasione del Consiglio Direttivo che si è svolto presso la cantina Olivini di Desenzano del Garda, alla presenza del responsabile settore lavoro di Coldiretti Nazionale Romano Magrini, del presidente regionale di Coldiretti Comincioli e della presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti. Per il direttore uscente l’occasione per ringraziare e salutare la grande famiglia della Coldiretti bresciana con cui ha condiviso importanti battaglie a fianco degli agricoltori bresciani. Già direttore per sei anni della Federazione Provinciale di Sondrio, chiamato nel 2020 a guidare la struttura della Federazione provinciale di Torino con i suoi 10 uffici di zona e le sue 182 sezioni comunali e intercomunali, Andrea Repossini può contare sulla sua lunga carriera in Coldiretti per guidare l’associazione bresciana in un momento cruciale per il comparto agricolo, affrontando sfide come la transizione ecologica, la sostenibilità delle filiere agroalimentari, i cambiamenti climatici e il rafforzamento delle imprese agricole locali nel mercato globale. Sostenere gli associati, promuovere le eccellenze del territorio e garantire lo sviluppo di un’agricoltura sempre più competitiva, sostenibile e attenta ai bisogni delle comunità locali, sono gli obiettivi da continuare a perseguire. A ringraziare il direttore uscente per il lavoro svolto e a dare il benvenuto al nuovo direttore, la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti alla guida di un’associazione che con 11 uffici zonale sul territorio, continua a crescere per numero di associati e per importanza, giocando un ruolo di primo piano nella difesa e tutela del settore agricolo e agroalimentare a livello nazionale ed europeo e nella promozione di normative europee che ad esempio possano difendare il cibo sano e genuino e soprattutto la salute dei consumatore, rendendo riconoscibili i cibi ultraprocessati di cui sono piene le nostre dispense ma che non fanno bene alla salute.

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