Truffatori in azione, fate attenzione

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I truffatori non vanno in vacanza, anzi, durante il periodo delle feste intensificano i colpi. Sono quattro quelli finiti nei guai negli ultimi giorni, arrestati dalla Polizia di Stato di Brescia e dai carabinieri di Salò. I primi due hanno, due italiani di 26 e 30 anni, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato a Verona dove, dopo aver truffato una 80enne di Lumezzane e una 74enne di Riva del Garda e un'altra anziana di Casaleone. Le tre donne, convinte al telefono da un sedicente avvocato che un loro familiare aveva avuto un incidente e aveva bisogno di aiuto, avevano consegnato ai truffatori denaro e gioielli. Resesi conto di essere state truffate hanno allertato le forze dell'ordine che si sono messe sulle tracce dei truffatori. Grazie alla collaborazione fra le squadre mobili di Brescia e Verona è stata individuata l'auto dei truffatori e ne sono state seguite le tracce fino a Verona quando i due, un 26enne e un 30enne sono stati fermati vicino ad un albergo. In auto avevano circa 10 mila euro in banconote di vario taglio nascosti in vari vani, e gioielli nascosti nelle scarpe. L'accusa per i due è truffa aggravata. La refurtiva è stata restituita. In manette, arrestati dai carabinieri della stazione di Salò è finita anche una coppia di rumeni, entrambi trentenni che da tempo chiedevano soldi ad un parroco per curare una parente che in Romania era gravemente malata. All'ennesima richiesta il religioso si è insospettito e ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine che ha beccato i due con la busta con 700 euro. Intanto i truffatori affinano le tecniche e oggi va per la maggiore quella delle chiamate con numeri con il prefisso della questura. L'utenza telefonica viene alterata e al destinatario compare il prefisso della Questura o della Prefettura. Nel momento in cui i cittadini richiamano il numero risponde il centralino della Questura. I truffatori affermano di operare per motivi di sicurezza ed attraverso una procedura guidata accompagnano le vittime ad inviare denaro tramite IBAN o altri metodi di pagamento elettronici. La Polizia Postale è attualmente impegnata nelle indagini per identificare i responsabili di queste attività criminali e tutelare la cittadinanza. Ma la Polizia ricorda di diffidare dalla richieste di pagamento, le Forze dell'ordine non chiedono mai somme di denaro. Invitano i cittadini a non fornire mai dati personali o bancari, controllare l'identità del chiamante e a segnalare immediatamente al 112 chiamate sospette.

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