Operazione antibracconaggio a Mozzanica
Un’importante e complessa operazione antibracconaggio è stata messa a segno da parte della Polizia provinciale di Bergamo, grazie ad una segnalazione dei volontari dell’associazione CABS, organizzazione che opera in ambito internazionale per il contrasto al bracconaggio agli uccelli selvatici. Messi in allerta sulla presenza a Mozzanica, di notte, di azioni di bracconaggio, con l’uso di reti e richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, mezzi vietati in quanto particolarmente efficaci al fine di attirare l’avifauna selvatica per catturarla –gli uomini della polizia provinciale, sotto la guida del comandante Matteo Copia, si sono recati sul posto muniti di termocamera e, nei pressi di un appezzamento di terreno coltivato a granoturco, hanno individuato un capanno con all’interno qualcuno. E’ bastato quindi attendere che la persona all’interno – un cacciatore residente nella bassa Val Seriana - uscisse dal capanno, per coglierla sul fatto. Sarebbe stato fermato con due grandi reti da 12 e 13mentri e con due potenti richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, reato per il quale è prevista la sospensione della licenza per 10 anni. Il cacciatore avrebbe montato le reti con un sistema di pali telescopici infilati in un impianto fisso di tubi interrati, e aveva già catturato in questo modo due tordi mentre un altro esemplare è stato trovato nell’auto dell’uomo. Coinvolta anche una seconda persona, titolare del capanno di caccia, suo parente residente nell’hinterland bergamasco. A casa sua la polizia inoltra avrebbe trovato, nello scantinato, 60 richiami vivi appartenenti a specie soggette a traffico illecito. 36 di questi sarebbero stati o privi di anellino inamovibile, comprovante la legittima provenienza, o con anellini visibilmente larghi e amovibili. Nel garage inoltre sarebbero state rinvenute altre 4 grandi reti con relativi pali telescopici di sostegno, 7 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico e materiale legato al traffico di uccelli da richiamo. Trovati anche 13 fucili e armi comuni da sparo di cui 7 regolarmente riposte mentre 6 non sarebbero state adeguatamente custodite. Due non sarebbero inoltre state denunciate. I due bracconieri dovranno così rispondere anche di omessa custodia e detenzione abusiva di armi comuni a sparo, imputazioni per le quali è prevista anche la revoca definitiva della licenza di caccia.
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