Lite tra due famiglie degenera in omicidio
Ci sarebbe una lite tra due famiglie calabresi residenti da anni nella bergamasca, all’origine dell’omicidio di Roberto Guerrisi, raggiunto da un colpo di pistola al viso questo sabato 28 dicembre in via Bergamo a Pontirolo. Tutto sarebbe nato da presunti maltrattamenti subiti da una delle tre figlie della vittima, fidanzata con un ragazzo della famiglia Bonfiglio. Secondo quanto stanno ricostruendo in queste ore i carabinieri del Nucleo Investigativo di Treviglio e di Bergamo, coordinati dal sostituto procuratore Giampiero Golluccio, la ragazza avrebbe raccontato al padre di essere stato picchiata dal fidanzato e così il 42enne di Boltiere, operaio della Tenaris Dalmine, in mattinata si sarebbe recato presso l’azienda DB Car di Domenico Bonfiglio per chiedere spiegazioni. Ne sarebbe nata una lite, al termine della quale Guerrisi sarebbe tornato a casa per poi ripresentarsi dai Bonfiglio nel primo pomeriggio accompagnato da alcuni parenti. I vicini avrebbero raccontato di aver sentito un gruppo di persone discutere animatamente davanti al cancello dell’azienda e di aver udito, ad un tratto, due colpi di arma da fuoco. Almeno un proiettile ha raggiunto Roberto Guerrisi al volto. L’uomo si è trascinato, sorretto dai parenti, per alcuni metri, fino alla pensilina del bus per strada, dove è stramazzato a terra. Fra le urla dei parenti, viene dato l’allarme al 112, qualcuno tenta di rianimare l’uomo, sul posto giungono l’auto medicalizzata da Bergamo e un’ambulanza della Croce Bianca di Boltiere, ma il medico rianimatore non può fare altro che constatare il decesso del 42enne. I carabinieri, giunti in forze con i militari della Compagnia di Treviglio guidati dal maggiore Antonio Stanizzi, quelli della Stazione di Fara d’Adda, del Nucleo investigativo di Treviglio e Bergamo e della Tenenza di Zingonia, hanno raccolte varie testimonianze e hanno subito dato il via, con il magistrato, a perquisizioni per la ricerca dell’arma nell’azienda e nell’abitazione dei proprietari, ma anche nei campi circostanti, con l’aiuto dei vigili de fuoco chiamati in serata ad illuminare la zona, e agli interrogatori che sono proseguiti tutta la notte in caserma dove stati condotti il fratello, lo zio e alcuni nipoti della vittima e alcuni membri della famiglia Bonfiglio che si trovavano sul posto. L’uomo che ha sparato sarebbe stato identificato ma sono in corso accertamenti. Si continua a cercare l’arma del delitto e si attendono gli esiti dell’autopsia che sarà effettuata nei prossimi giorni al Papa Giovanni di Bergamo dove è stata ricomposta la salma della vittima.
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