Pontirolo: trovata una pistola
Nelle scorse ore i carabinieri di Treviglio, coadiuvati dai Vigili del fuoco, sono tornati alla Db Car di Pontirolo dove sabato pomeriggio si è verificato l'omicidio di Roberto Guerrisi. L'obiettivo era trovare l'arma del delitto, per concludere gli accertamenti che hanno portato in carcere, con l'accusa di omicidio volontario, il 58enne Rocco Madaffari. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vittima, 42 anni di Boltiere, accompagnato da alcuni paranti si era recato presso la concessionaria in difesa di una delle sue tre figlie maltrattata dal fidanzato, un 22enne della famiglia Bonfiglio, e la lite tra le due famiglie, entrambi di origini calabresi e da molti anni residenti nella bergamasca, è culminata in sparatoria. Ad aver premuto il grilletto, secondo la ricostruzione dei carabinieri effettuata con l'aiuto delle telecamere, sarebbe stato lo zio del ragazzo. Il 42enne operaio della Tenaris Dalmine è stato colpito da un solo proiettile al volto, che sarebbe fuoriuscito dalla spalla sinistra, mentre un altro colpo ha sfiorato, ma non ferito, il fratello che si trovava con lui. Nel corso della perquisizione con le Unità cinofile, i droni e i metal detector, nel tardo pomeriggio di questo lunedì, è stata rinvenuta una pistola semiautomatica di calibro 6,35 con alcuni colpi nel caricatore. A trovarla è stato «Cooper», il pastore tedesco addestrato nella ricerca di armi ed esplosivi del Nucleo Cinofili Carabinieri di Casatenovo (Lecco). L'arma, avvolta in panno, era nascosta nella canalina di una cabina elettrica in costruzione sulla parte posteriore esterna del capannone. Sono in corso accertamenti dei Ris di Parma per stabilirne la provenienza, per accertarne la compatibilità con il delitto con la comparazione con i due bossoli ritrovati sulla scena del delitto e l'eventuale coinvolgimento in altri eventi criminosi. Rocco Modaffari, incensurato, non risulterebbe avere il porto d’armi così come nessuno degli altri familiari. Questo martedì mattina durante l'interrogatorio di convalida dopo il fermo, dopo che si era avvalso della facoltà di non rispondere, avrebbe rotto il silenzio fornendo “chiarimenti su ogni passaggio”. Fondamentale sarà l'esito anche del test che rileva tracce di polvere da sparo sulle mani e sui vestiti. L’autopsia sul corpo di Roberto Guerrisi, invece, non è ancora stata fissata.
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