HICHAM UCCISO CON FEROCIA

“Mi ha rotto lo specchio dell’armadio in camera da letto, per quello l’ho colpito” ha confessato nell'interrogatorio di convalida avvenuto questo venerdì 25 ottobre nel carcere a Bergamo Mohamed Mouhal al giudice Massimiliano Magliacani. Il 37enne è accusato di omicidio volontario del fratello omicidio volontario del fratello Hicham, trovato morto dal padre Ibrahia, riverso sul divano di casa del fratello, nella casa di via Roma al civico 19, a Rogno. Assistito dall’avvocato Cristina Maccari, Mohamed Mouhal si è avvalso della facoltà di non rispondere: il gip non ha convalidato il fermo per una questione tecnica, ritenendo che non ci sia il pericolo di fuga: infatti ha atteso in casa l’arrivo dei medici del 118, chiamati dal padre, e poi dei carabinieri, ma ha applicato la misura di custodia cautelare in carcere, dove Mohamed si trova dopo il fermo scattato alle 4 di mattina di giovedì su decreto del pm Antonio Pansa. Il gip ha ravvisato gravi indizi di colpevolezza a carico del marocchino che nelle dichiarazioni spontanee ha ribadito le parziali ammissioni già fornite agli inquirenti nell’interrogatorio di giovedì notte. E cioè: la lite furibonda col fratello, una delle tante, martedì sera dopo aver bevuto vino e alcune birre; la colluttazione; il pugno al volto che avrebbe lasciato sanguinante Hicham sul divano. Ma fin dalla prima versione fornita agli inquirenti Mohamed ha detto di non sapere cosa sia successo dopo la lite ed ha affermato di essere andato a dormire, lasciando il fratello riverso sul divano, di essere stato svegliato la mattina dal padre che stava cercando Hicham. E' stato il padre Ibrahia a trovare riverso bocconi sul divano Hicham, allertando il 118. Secondo l'accusa, Mohamed avrebbe cercato di ripulire la scena del crimine, lavando il pavimento, spostando sul balcone cocci di vetro dello specchio presumibilmente infranto dal corpo di Hicham, eliminando ogni traccia della rissa violenta. L’autopsia svolta ieri al Papa Giovanni di Bergamo dal medico legale Matteo Marchesi ha registrato colpi plurimi alla testa: dunque la tesi, sostenuta da Mohamed, di aver colpito con un solo pugno. Hicham sarebbe stato percosso con più colpi, al viso, completamente tumefatto, alla testa e al torace, dove ci sarebbero segni di costole incrinate e bruciature superficiali. Si attende ora al tesi conclusiva dell'esame necroscopico che potrebbe confermare l’ipotesi di omicidio volontario a carico di Mohamed. Intanto è giunta la notizia di un arresto per un altro omicidio, quello di Rashed Abdo Khedr, 58 anni, imprenditore egiziano noto anche a Treviglio, dove ha vissuto per oltre trent’anni: la polizia egiziana ha arrestato ieri due persone, accusate di essere gli autori dell’omicidio di Khedr avvenuto alle 3 della notte tra domenica 13 e lunedì 14 ottobre nella sua casa sulla riva del Nilo: moglie e figli dell'uomo vivono e lavorano a Treviglio dove sono stati raggiunti dalla notizia della morte del loro congiunto.

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