Interrogatorio per la morte di Angelo Frassi
Si è svolta ieri presso il Tribunale di Brescia l'udienza preliminare sul caso della morte di Angelo Frassi, l'operaio addetto alla stazione a monte della sciovia Duadell in Val Palot, che ha perso al vita la mattina di sabato 28 dicembre. Indagati per la sua morte e attualmente ai domiciliari il legale rappresentante e il procuratore speciale della società che gestisce gli impianti in Val Palot, marito e moglie, professionisti dello sci e molto noti nell'ambiente sportivo e agonistico. Da quanto risulta, davanti al Gip Matteo Grimaldi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e non hanno rilasciato dichiarazioni spontanee, mentre i loro legali non hanno chiesto misure cautelari meno afflittive. L'interrogatorio di garanzia riguardava l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che li aveva raggiunti lo scorso 24 gennaio proprio per la morte dell’operaio stagionale Angelo Frassi di 67 anni: per loro, infatti, l’accusa è di omicidio colposo; insieme a loro è indagato per favoreggiamento un altro dipendente che avrebbe spostato il corpo del Frassi. La situazione resta quindi congelata in attesa che vengano svolti accertamenti tecnici sulla sciovia dove si sarebbe verificata la tragedia. A tale proposito, la Procura ha nominato un proprio consulente. Frassi era stato trovato a terra di prima mattina il 28 dicembre quando era al lavoro alla sciovia Duadell. Non rispondendo alle chiamate alla radio, il responsabile di servizio era salito con la motoslitta a verificare perché l'impianto non ripartiva. E' stato quest'ultimo a dare l'allarme al 112 che ha inviato sul posto l'elicottero il cui team sanitario aveva verificato la morte dell'uomo, in un primo tempo attribuita ad un malore acuto. Il corpo si trovava lontano dai piloni della sciovia e non vi erano, al momento, altre ipotesi. La sostituta procuratore Erica Battaglia, verificate alcune probabili incongruenze, aveva aperto un fascicolo dove sono finite testimonianze di alcuni sciatori che si trovavano quel giorno sullo skilift e che hanno confermato di aver visto il 67enne di Pisogne cadere da un pilone e il suo corpo spostato più lontano. Stando a quanto hanno poi ricostruito gli uomini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e i CC della Compagnia di Breno, Angelo Frassi era salito sul pilone per liberare un piattello attorcigliato alla fune di traino e lo avrebbe fatto senza imbragatura, senza casco e senza utilizzare le specifiche scale con corda d'acciaio di sicurezza che sono in grado di bloccare una eventuale caduta dell’operatore. Ora si attendono gli sviluppi della vicenda da parte del Gip che potrebbero aversi già al termine della perizia tecnica sull'impianto sciistico.
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