167 quintali di solidarietà
Oltre 167 quintali fra medicinali e pannoloni, prodotti per l'igiene e alimentari a lunga conservazione, abiti, coperte e trapunte, 300 pacchi famiglia, prodotti medicali per ospedali. Sono stati donati da ditte, gruppi di volontariato, gruppi alpini, acquistati con donazioni in denaro e sono partiti a bordo di un grosso tir, sabato sera, alla volta di Leopoli dove ad attenderli c'è padre Ihor il direttore del seminario locale. E' la settima spedizione dell'associazione Amici in cordata nel mondo di Ponte di Legno per l'Ucraina. Negli oltre 30 anni di vita sono invece a decine le opere di solidarietà sostenute in varie parti del mondo e naturalmente sul nostro territorio. Intanto è cominciato il conto alla rovescia per la partenza, fissata per martedì sera, di una decina di volontari che con i furgoni raggiungeranno la terra martoriata dalla guerra per portare conforto. Attraverseranno l'Europa dell'Est e una volta entrati in Ucraina dalla Polonia si spingeranno fino a Karchiv, dove consegneranno personalmente tutto il materiale. Saranno accompagnati grazie da suor Olexia della Caritas locale e dai suoi volontari che hanno già accompagnato i nostri all'interno dei villaggi rurali dove è più difficile far arrivare gli aiuti, ma anche in ospedali piuttosto che orfanotrofi o centri per anziani nei mesi scorsi. Una goccia nel mare del bisogno che però le popolazioni locali, lo hanno già dimostrato nei mesi scorsi, accolgono con grande riconoscenza. Chi ha già fatto parte delle altre spedizioni racconta dei sorrisi con cui questa gente accoglie ciò che gli si dona. Organizzare il viaggio, l'ultimo è stato nell'ottobre del 2024, richiede mesi di lavoro nella raccolta prima dei beni da portare, nel loro confezionamento e poi nell'organizzare la spedizione. Tutto, infatti, va dichiarato in frontiera, su ogni bancale va descritto il contenuto, vanno dichiarati i pesi. Un lavoro immane e certosino che permette però di snellire le procedure di sdoganamento. Queste operazioni sono facilitati grazie ai rapporti allacciati in loco dove appunto padre Ihor e suor Olexia danno un contributo notevole al disbrigo delle pratiche. Ora, non resta che partire.
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