194 PROFUGHI IN VALSERIANA

Agli oltre 98 mila cittadini residenti nei 18 comuni dell’Ambito Valle Seriana, si sono aggiunti nell’ultimo anno i richiedenti asilo, accolti in appartamenti o in strutture di comunità. Attualmente meno di 200 persone, traducibili in 1,8 richiedenti ogni mille abitanti. Venerdì all' Auditorium Modernissimo di Nembro si è fatto il punto della situazione nel convegno «Integrazione e accoglienza: è facile?» promosso dall’Ambito e da tutti gli enti e cooperative coinvolte nei diversi progetti. Cinque sono i comuni della bassa e media valle che lo scorso anno hanno firmato un protocollo per sostenere la microaccoglienza: Ranica, Villa di Serio, Alzano Lombardo, Nembro e Scanzorosciate (esterno all’Ambito). In 8 appartamenti (gestiti dalle cooperative «Il Cantiere», «La Fenice» e «La Comune») sono ospitati 45 richiedenti, provenienti da 10 paesi. Un appartamento si trova a Torre Boldone, ma rientra nel progetto di Ranica. Gli altri profughi si trovano a Casnigo (5) ed Albino (8) sempre inseriti nell’accoglienza diffusa, mentre a Gandino e Cene sono presenti strutture destinate alla fase della prima accoglienza, che prevede numeri più consistenti. Prossimamente arriveranno sei giovani a Pradalunga. Diverse le possibilità, ma molte le criticità. Per esempio i rapporti con la Prefettura sono da migliorare. L’assessore ai Servizi sociali di Albino Daniele Esposito ha ribadito che «l’amministrazione Terzi non ha dato e non darà la sua disponibilità per l’accoglienza. Sul territorio sono presenti 8 richiedenti, ma non collaboriamo con chi gestisce i progetti». Polemico rispetto alla scelta dell’Istituto per il sostentamento del clero che ha messo a disposizione gli spazi in Valle del Lujo. Simile critica è giunta dal sindaco di Cene Giorgio Valoti. «Ritengo sia positivo che all’interno dell’Ambito, e il convegno lo ha mostrato, ci si possa confrontare con chi ha posizioni molto differenti» ha commentato l’assessore ai Servizi alla persona di Nembro Giuseppe Birolini, che ha moderato l’incontro. Gestire e promuovere integrazione non è facile: lo hanno espresso con chiarezza Ulderico Daniele della associazione «La Comune» e Francesco Bezzi, referente della Caritas Bergamasca. «In Nigeria si dice che non c’è nessun posto come casa, ma quando la casa diventa un inferno bisogna trovare un rifugio sicuro» ha detto un giovane ospite raccontando la sua esperienza prima di viaggio in mare e poi di ospitalità a Torre Boldone. Affollato l’incontro con Telmo Pievani, ordinario di Filosofia delle scienze a Padova che ha raccontato l’indole «migrante» dell’essere umano.

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