PROFUGHI AFGANI PREFETTURA AL LAVORO

Questa domenica i 104 profughi afgani, tra cui 35 miniori, arrivati alla base logistico addestrativa dell'esercito di Edolo sono stati sottoposti dalla Croce Rossa in collaborazione con l'Ats, a visita medica e a tampone. Stanchezza a parte per il lungo viaggio e per ciò che stanno passando, stanno tutti bene. Nel frattempo è già partita una gara di solidarietà da parte di molti privati cittadini pronti a donare vestiti, beni di prima necessità e giochi per i bambini ma il sindaco Luca Masneri, nel ringraziare tutti coloro che si stanno facendo avanti, chiede di attendere alcune ore: dopo la ricognizione di questa domenica, questo lunedì verrà diffuso un elenco dei beni che servono e verranno rese note le modalità per donare. Ringraziano chi li ha salvati e si sta prendendo cura di loro. Il loro pensiero Il loro pensiero va ai famigliari che non sono riusciti a partire con loro, agli amici e ai parenti e a ciò che hanno lasciato a Kabul: una casa, un lavoro e tutto ciò per cui avevano lottato e che avevano costruito. Nella base dell'esercito di Edolo, avranno un tetto sopra la testa per le prossime settimane, riceveranno pasti e cure, ma per quanto potrà durare? Il loro futuro è incerto: dove troveranno ospitalità dopo? Dove potranno rifarsi una vita, da rifugiati politici, dove potranno trovare un lavoro, integrarsi e sentirsi di nuovo a casa? Sono tutte persone che hanno collaborato con l'Ambasciata e il Governo italiano nel piano per lo sviluppo dell'Afganistan e quindi sono dovute fuggire dal nuovo governo dei talebani. Arrivati nel tardo pomeriggio di questo sabato a bordo di tre pullman dell'esercito, sono stati accolti dal primo cittadino, dalle forze dell'ordine e dalla Croce Rossa e sono stati divisi per nuclei famigliari negli appartamenti della base militare che è una grande struttura adibita anche a casa vacanze per i militari in tempi di pace. Qui i profughi resteranno in quarantena per dieci giorni e poi potranno uscire dagli appartamenti restando però sempre nel perimetro della base che dispone di ampi cortili. Già la prossima settimana è previsto un tavolo tecnico in Prefettura a Brescia per definire le future tappe e la loro destinazione. Ad occuparsi di loro quindi sarà il dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno, tramite gli ex-Sprar (i Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). I 411 posti ex-Sprar nel Bresciano sono tutti occupati dai numerosi richiedenti asilo arrivati in questi anni sul territorio nazionale. I profughi afgani dopo la quarantena, verranno smistati in altri Comuni d'Italia sulla base della disponibilità di accoglienza che i sindaci e i privati daranno in base alla disponibilità di strutture, case in affitto, e associazioni e cooperative in grado di gestire i programmi di accoglienza. Lo status di rifugiato dovrebbe permettere loro di essere inseriti in programmi di formazione professionale rivolti agli adulti e di istruzione rivolti ai più piccoli.

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