NUOVI ARRIVI DI PROFUGHI A EDOLO

Lo schema è lo stesso in tutte le parti d'Italia: dall'areoporto di Fiumicino dove è atterrato anche l'ultimo aereo del corridoio umanitario Roma-Kabul, i circa 5 mila profughi afgani salvati dall'Italia perché collaboratori delle istituzioni e forze armate italiane, sono stati trasferiti prima in basi logistiche dell'esercito o in alberghi sanitari dislocati in varie regioni del Paese, come avvenuto alla base logistico addestrativa dell'esercito di Edolo, e poi sono ripartiti verso altri alloggi messi a disposizione all'interno del sistema di proteziene formato dagli enti locali italiani, distribuiti sul territorio, che mettono a disposizione servizi diversi d’accoglienza, di protezione e di integrazione rivolti ai richiedenti asilo e ai rifugiati: non solo vitto e alloggio ma anche corsi di lingua e formazione. Così i 104 profughi afgani arrivati sabato scorso in Valle Camonica sono ripartiti sabato 28 agosto a bordo dei pullman militari, per fare spazio ad un altro centinaio di profughi che arriveranno questo lunedì nella base dell'esercito di Edolo e trascorreranno a loro volta la quarantena. Qui riceveranno assistenza da parte della Croce Rossa, riceveranno anche beni di prima necessità donati dai camuni e raccolti dal Comune di Edolo e dal Rotary che ha aperto un conto corrente dedicato, attenderanno senza uscire dalle mura della base gli esiti dei due tamponi Covid e poi partiranno verso altre mete. Si torna quindi a parlare di accoglienza diffusa, ovvero di trovare appartamenti in affitto dove i richiedenti asilo possono attendere lo status di rifugiato politico, che viene conferito dalla Questura dopo un'attenta analisi dei documenti e un'audizione presso una Commissione. Se negli anni scorsi, durante l'emergenza immigrazione che aveva portato centinaia di profughi anche in Valle Camonica ad attendere mesi senza poter lavorare chiusi in alberghi come ad esempio era accaduto a Montecampione, le tempistiche per vagliare le domande duravano anni e nel frattempo i profughi sparivano nella clandestinità, oggi i tempi sono diversi ed entro 30 giorni i profughi afgani salvati dai talebani dovrebbero ricevere lo status in seguito al quale potranno lavorare ed iniziare un processo di integrazione nel tessuto sociale di accoglienza. Un percorso della durata di sei mesi al termine del quale il rifugiato potrà ottenere un permesso di soggiorno di sei mesi che gli consentirà di lavorare.

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