ALLARME INFORTUNI SUL LAVORO

I numeri sulle denunce d’infortunio sul lavoro del primo trimestre del 2017 lasciano senza parole, quasi 500 in più dello stesso periodo dell’anno precedente. L’aumento è del 14,8%. Il database di Inail, nei primi tre mesi del 2017, ha registrato infatti 3.798 denunce contro le 3.307 del 2016, nello stesso arco temporale (sono 491 casi in più). E solo nel mese di marzo si è passati da 1.096 denunce a 1.343. Resta invece invariato, il numero di incidenti mortali. Quattro le vittime, che salgono a sei considerando anche i due lavoratori deceduti fuori provincia (a Monfalcone e Ravenna). A preoccupare le tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, che hanno tenuto una conferenza stampa sul tema, è il trend rispetto agli anni passati. Quando i numeri facevano ben sperare. Tra il 2011 e il 2015 si era scesi del 20,39%, una tendenza confermata fino al 2015 quando, in un raffronto con il 2014, il calo era stato del 4,12%. Meglio della Lombardia che registrava un -19,07% tra 2015 e 2011 e un -3,92% tra 2014 e 2015. Ora la situazione si è capovolta, avvertono i sindacati. Che legano l’aumento degli infortuni alla lieve ripresa economica. Una situazione «non accettabile», la definiscono i rappresentanti delle tre sigle. «Il dato degli infortuni è tra i peggiori della Lombardia nel primo trimestre, anche le malattie professionali crescono del 9% – denuncia Angelo Chiari di Cgil –. Sono dati pesanti e drammatici, anche giovedì, un lavoratore è caduto da un’impalcatura, fortunatamente non è in pericolo di vita. Alla luce di questi dati vogliamo rilanciare il tema della sicurezza, questo aumento di casi in così poco tempo ci preoccupa. È opportuno alzare la voce, non va bene “un lavoro purché sia lavoro”. Le persone non possono pagare un prezzo così alto».

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