CANONI AGGIUNTIVI, “VITTORIA DELLA MONTAGNA”

Potrebbe essere la volta buona. Dopo anni di battaglia, la montagna potrebbe portare a casa quei canoni aggiuntivi, che si traducono in milioni di euro, che rappresentano un risarcimento per lo sfruttamento delle loro acque da parte dei grandi concessionari. La strada non è stata facile anzi. La Regione ha trovato la via: visto che le concessioni con cui Enel e Edison producono energia nelle centrali e dighe dei territori montani sono scadute, perchè il governo non ha mai indetto i criteri per permettere alla Regione di rinnovare le gare, la Regione ha permesso ai concessionari con licenza scaduta, di continuare a gestire gli impianti fino al 31 dicembre 2017, prevedendo però per questo periodo di gestione aggiuntivo (ovvero per le concessioni scaduti dal 2010) dei canoni aggiuntivo che altro non sono che un modo per risarcire i territori montani sfruttati da centrali, dighe e tralicci. Contro tale legge,per due volte il Governo aveva fatto ricorso ma la Corte Costizionale ha dato per la seconda volta ragione alla Regione. La notizia la comunica alla Valle Camonica, durante una conferenza stampa, il sottosegretario alle politiche per la montagna Ugo Parolo. La sentenza della Corte Costituzionale è una vittoria per la montagna perchè non viene confermato il principio che e' possibile usare un bene pubblico, quale e' l'acqua, con concessioni scadute, senza riconoscere alcun beneficio alla collettività. Dal punto di vista economico si sta parlando di circa 30 milioni di arretrati e 5/6 milioni all'anno per gli anni avvenire e parte di queste risorse sono destinate alla Valle Camonica dove la concessione di Edison a Cedegolo è scaduta nel 2010, così come quella del Resio di Linea Energia, mentre quella di Sonico e di Cividate, di Edison sono scadute nel 2016.

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