IDROELETTRICO: RISORSE DIRETTAMENTE SUI TERRITORI

Dove viene prodotta l'energia idroelettrica? Soprattutto nei territori montani e nelle valli alpine ricche d'acqua come la Valle Camonica. A chi devono tornare quindi parte di quei milioni di euro che i concessionari guadagnano sfruttando e vendendo l'energia in tutta Italia? Direttamente a quei territori. Lo chiarisce l'assessore regionale al Bilancio Davide Caparini che da camuno, attende da più di 20 anni che la sua valle venga risarcita per essere stata ampiamente sfruttata per la produzione di energia idroelettrica. Ora tutto questo è possibile grazie ad una storica battaglia vinta grazie all'intesa tra le Regioni, la Lombardia in primis perché è la Regione che da sola produce il 25% dell'energia idroelettrica nazionale, e l'attuale Governo giallo verde, con il Ministro Salvini che ha permesso che lo Stato lasciasse gestire alle Regioni impianti, concessioni e proventi dell'idroelettrico. Una partita da milioni di euro che prevede che il 60% dei canoni che i concessionari devono versare agli enti pubblici arrivi ai territori sfruttati, come forma di compensazione. Fino ad oggi la gran parte di quei proventi andava alla Provincia, ma l'intenzione dell'assessore regionale al bilancio Davide Caparini è quella di superare, con una apposita legge regionale, questa anomalia, così che le risorse arrivino davvero in quei territori dove l'energia viene prodotta. La Valle Camonica ospita gran parte delle derivazioni idroelettriche presenti in provincia di Brescia ed è quindi alla Valle Camonica che devono andare la maggior parte delle risorse. Si stima, solo per i canoni fissi, un ritorno di circa 6 mln di euro l'anno in provincia di Brescia. La Regione e non più lo Stato, sarà la proprietaria degli impianti una volta scadute le concessioni; gli enti locali possono partecipare alle gare accanto ai privati per spartirsi gli utili della produzione e vendita dell'energia idroelettrica e sempre la Regione può prevede che data energia elettrica gratis. «La quota di energia che destineremo alle attività pubbliche del territorio sarà pari a 6i milioni di kilowattora l'anno — spiega l'assessore regionale camuno — se calcoliamo un costo medio dell'energia di o,o6 euro a chilowattora abbiamo un valore equivalente di circa 3,5 milioni. Energia che potrà essere utilizzata per l'illuminazione pubblica, dalle scuole agli ospedali, liberando così risorse in parte corrente dei Comuni, che potranno destinarle ad altro. Prima  però bisogna o aspettare le disposizioni ministeriali del decreto, che rimanderanno all'attuazione di una legge regionale. Nel frattempo la Regione sta lavorando per tradurre tutte queste novità, in nuovi investimenti, nuovi posti di lavoro, risorse nuove per i servizi pubblici e per i territori.

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