DALLA CENTRALI PIU' SOLDI ALLE VALLI
Maggiori tasse per i grandi produttori di energia idroelettrica e più soldi per Regioni, Province e, ci si augura per i Comuni dove dighe e centrali sono installate. A questo si aggiunge la possibilità che parte dell’energia elettrica prodotta dalle grandi derivazioni possa essere usata per i servizi pubblici, a costo zero. Il Senato ha approvato l’emendamento, con primo firmatario il Senatore Massimiliano Romeo, che consentirà alle Regioni di rinnovare le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, alcune delle quali scadute da anni e mai riassegnate per inadempienza dello Stato. L’emendamento prevede canoni aggiuntivi nel tempo che decorre tra la concessione scaduta e la riassegnazione della stessa. Canoni (all’incirca 30 euro per chilovattora) che dovranno essere destinati nella misura di almeno il 60% alle Province in cui sono presenti gli impianti. Province o insieme di Comuni, partecipino al bando per la concessione. Le Regioni potranno altresi chiedere a costo zero una parte dell’energia prodotta su tutte le grandi derivazioni, che potrà essere utilizzata nell’ambito dei servizi pubblici, ad esempio per gli ospedali di montagna. Energia che per almeno il 50% dovrà essere destinata alle Province che ospitano le dighe. «Grazie a questo emendamento – afferma Massimo Sertori, assessore regionale con delega all'energia, sono previsti nei prossimi dieci anni investimenti per alcuni miliardi che consentiranno di generare occupazione, efficientare l’intero sistema e aumentare in modo considerevole la produzione di energia da fonte rinnovabile». «Si tratta - aggiunge - di un anticipo fattivo e tangibile dell’autonomia, che dimostrerà come le risorse vengano gestite al meglio se spese vicino al territorio in cui vengono generate. Finalmente, dopo anni di battaglie, restituiamo giustizia ai territori montani». «Così come già succede per Trento e Bolzano “Dopo l’approvazione di questa legge - osserva - anche tutti gli altri territori di montagna potranno utilizzare una parte importante dei proventi generati dall’idroelettrico». «Un provvedimento che ci trova pienamente concordi - spiega il presidente di Federbim, il bergamasco Carlo Personeni - anche se non tocca i nostri consorzi. L’auspicio è che i fondi che arriveranno alle Province vengano poi investiti là dove provengono principalmente le risorse idriche, ovvero la montagna».
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