CM, 5 PUNTI PER CAMBIARE IL PASSO
Recuperare l'autonomia in ambito sanitario, affidare la gestione del servizio idrico integrato dei comuni alla Siv nell'ambito del gestore unico provinciale, rilanciare il parco dell'Adamello dal punto di vista sociale e turistico, lottare per avere forme di compensazione nel rinnovo delle concessioni idroelettriche, come risarcimento dello sfruttamento delle nostre acque, ridefinire il modo in cui le risorse degli enti vengono spese. All'attuazione di questi 5 punti, il sindaco di Breno Sandro Farisoglio e gli altri 10 sindaci usciti dal gruppo di maggioranza degli enti comprensoriali perché critici nei confronti dell'attuale direttivo, hanno legato il rinnovo della fiducia al presidente della Comunità Montana e del Bim Oliviero Valzelli. Su questi 5 punti il Gruppo Civico si è confrontato, sottoponendo a sua volta ai, sindaci usciti dalla maggioranza, un documento programmatico su cui tutti, alla fine, si sono trovati d'accordo. I più di 30 sindaci quindi di area Pd potrebbe quindi ricompattarsi un unico gruppo, ma ci sono due condizioni, dettate dal sindaco di Breno, forte del consenso ottenuto alle scorse elezioni regionali: che lui sia il capogruppo con il compito di incalzare il direttivo e che il direttivo venga rinnovato in almeno due figure. Si prospetta quindi, a settembre, il cambio di almeno due assessorati di rilievo che potrebbero finire in quota agli altri gruppi. Quando i sindaci di area Pd si saranno messi d'accordo tra di loro, attendono di conoscere i dettagli del documento, i sindaci di area Alpes e Lega, i quali sono disponibili al dialogo ma che a quel documento, con la Lega che porta il peso politico del risultato elettorale ottenuto a marzo, avranno sicuramente qualcosa da correggere o aggiungere. Di temi come la sanità (con il dibattito unione con la Valtellina o autonomia), dei sovraccanoni idrici (con licenze di centrali scadute e con richieste di forme di compensazioni ferme al palo), della gestione del ciclo idrico (con l'annoso dilemma se affidarle ad una realtà provinciale come il gestore unico oppure gestirle in forma municipale e con i noti problemi di depurazione) e la gestione da parte della Comunità Montana dei soldi incassati dal BIM (secondo logiche comprensoriali e legate allo sviluppo socioeconomico dell'intera valle), sono infatti temi di cui si parla da molti, troppi, anni e la soluzione non la si troverà tra le mura della Comunità Montana. La partita va giocata in Regione e in Parlamento, ma prima la Valle Camonica deve riuscire a fare squadra.
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