LAVORO NERO, 1 EURO PER 1000 PEZZI
La Guardia di Finanza di Sarnico porta alla luce un altro caso di lavoro sommerso. Al centro delle indagini, una ditta di Credaro, nel nel settore della lavorazione della gomma, gestita da una donna indiana, dove accanto ad un alcuni lavoratori trovati a lavorare in azienda e risultati regolari, lavoravano invece in nero, a domicilio nelle loro case di Adrara San Rocco, Villongo e Castelli Calepio, 9 persone di cui 8 donne, sette indiane e una italiana. I lavoratori in nero venivano pagati in base al numero di pezzi lavorati e nonostante l'elevato numero di ore, riuscivano a guadagnare soltanto 250 euro al mese circa. In alcuni casi la paga è risultata di un euro per 1000 pezzi lavorati (e considerato che per eseguire la lavorazione di 1000 pezzi potevano essere necessarie anche due ore, il guadagno di fatto era di 0,50 centesimi di euro all’ora.) Nei confronti dell'azienda sono così scattate le sanzioni, pari a 27 mila euro, con l'obbligo di regolarizzare i lavoratori per l’intero periodo di lavoro prestato “in nero” e di pagare tutti i contributi evasi. Il lavoro sommerso è uno dei fenomeni che maggiormente danneggia non solo le casse dello Stato, ma anche il commercio e gli imprenditori onesti che si trovano a competere con chi propone prezzi fuori mercato perchè appunto, non paga i contributi e sfrutta i lavoratori. L'estate scorsa sempre la guardia di finanza di Sarnico aveva scoperto 26 lavoratori irregolari operanti a domicilio per conto di un’azienda manifatturiera del Basso Sebino, anche in questo caso operante nel settore della lavorazione della gomma.
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