CORRUZIONE E TURBATIVA D'ASTA: 11 ARRESTI

L'ex sindaco di Malonno Stefano Gelmi è stato arrestato questo lunedì mattina insieme ad altre 10 persone, tra amministratori, dipendenti pubblici e imprenditori della Valle Camonica. Sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione e turbativa d'asta in concorso e le misure cautelari, in carcere per l'ex sindaco, ai domiciliari per 5 degli indagati e con obbligo di dimore per altri 5, sono scattate su mandato del Gip del Tribunale per evitare che le persone coinvolte nell'inchiesta che a giugno ha trovolto il comune di Malonno potessero sottrarsi alla giustizia oppure commettere altri fatti criminosi. L'operazione di questo lunedì giunge quindi dopo mesi di indagini avviate dalla Procura per fare luce - in seguito ad alcune segnalazioni - su un presunto sistema di appalti irregolari emessi dal comune di Malonno tramite la centrale unica di committenza dell’Unione dei Comuni delle Alpi Orobie, di cui fa parte il Comune dell'alta Valle Camonica. Secondo le accuse alcune ditte “amiche” venivano informate con anticipo della pubblicazione del bando di gara così da ridurre al minimo i ribassi di offerta e spartirsi i guadagni. Grazie anche alle offerte presentate dalle aziende sarebbe stato ridotto il numero dei concorrenti che hanno potuto partecipare alla procedure. Tradotto: Le ditte costituivano una vera e propria “cordata” allo scopo di far vincere una determinata impresa e beneficiare dei conseguenti sub-appalti, evitando così una “scomoda” concorrenza. Tutti, a vario titolo, realizzavano un profitto a spese della collettività: gli amministratori pubblici ottenevano denaro contante o commesse per i propri familiari, gli imprenditori appalti con cospicui margini di guadagno. Le indagini condotte dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e affidata ai carabinieri della Compagnia di Breno, avevano portato a giungo alle dimissioni del primo cittadino e al commissariamento del comune. Insieme a Gelmi nel registro degli indagati finirono altre persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare scattate questo lunedì mattina dopo che gli accertamenti avrebbero confermato le irregolarità in almeno tre appalti. In un caso in particolare, sarebbe pervenuta un’offerta “anomala” e i responsabili della procedura avrebbero consentito di prelevare le buste con l’offerta economica della ditta “non allineata” così da modificare quella già presentata della ditta che avrebbe dovuto invece vincere la gara. L’importo degli appalti irregolarmente assegnati ammonterebbe a circa 1 milione di euro.

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