GELMI RISPONDE AL GIP
Stefano Gelmi, l'ex sindaco di Malonno, in carcere con l'accusa di turbativa d'asta e corruzione, ha risposto a tutte le domande del GIP ed ha raccontato la sua versione dei fatti nella vicenda che lo vede implicato. Il suo avvocato, intanto, ha chiesto una misura meno restrittiva del carcere su cui il gip deciderà la prossima settimana. Il giovane sindaco di Malonno, vice presidente dell'Unione dei comuni e responsabile per gli appalti (gestiti dalla centrale unica dell'Unione dei comuni delle Alpi Orobie bresciane) è l'unico degli 11 fermati finito in carcere, e questo perché il giudice per le indagini preliminari ritiene che proprio il Gelmi fosse il regista della disinvolta gestione degli appalti. I fatti contestati sarebbero tre per un giro di circa 1 milione di euro: la riqualificazione del municipio di Malonno, la ristruttuazione della biblioteca e la viabliltà. Appalti che sarebbero andati ad imprese "amiche". Secondo l'accusa il sindaco favoriva questi imprenditori comunicando loro in via riservata l'apertura del bando di gara. A partecipare erano sempre gli stessi che si accordavano con lui anche sul ribasso da praticare. Il fatto che abbia risposto alle domande del GIP potrebbe alleggerire la sua posizione. Intanto comunque in Valle Camonica e non solo questa vicenda ha destato davvero stupore e scalpore. Le indagini, però, coordinate dal pm Ambrogio Cassioni ed affidate ai carabinieri della compagnia di Breno comandanta dal tenente colonnello Salvatore Malvaso e condotte con serietà e professionalita dal maresciallo maggiore Rosario Fazio comandante della stazione di Edolo e dal maresciallo Devis Kaswalder comandante dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia di Breno, hanno messo in evidenza un metodo collaudato di assegnazione degli appalti che, forse, potrebbe aver fatto scuola. Tanto è vero che è possibile che l'indagine abbia in seguito.
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