ALTRA PERIZIA AL PIROMANE DI CLUSONE

Dopo essere stato sottoposto a perizia psichiatrica ed essere risultato affetto da piromania ma totalmente capace di intendere e di volere, a fine gennaio, era stato condannato dal giudice monocratico Maria Luisa Mazzola a tre anni e dieci mesi di reclusione per otto incendi boschivi (di cui due tentati), tutti avvenuti tra il dicembre del 2016 e il 30 marzo del 2017 nella zona del ponte del Costone: ieri mattina il 73 anni di Clusone, attualmente agli arresti domiciliari, assistito dall’avvocato Gianluca Quadri è nuovamente comparso davanti al giudice per altri episodi e ha ottenuto di essere sottoposto a una nuova perizia. Secondo la tesi difensiva, infatti, di per sé la piromania è undisturbo di personalità che potrebbe incidere notevolmente sulla capacità di intendere. Oggetto del contendere, questa volta, sono una serie di incendi appiccati, nella stessa zona, ma in un periodo precedente: quando l’uomo era stato infatti arrestato in flagranza per gli incendi del 2017 e 2016, era già sotto indagine per altri tredici (di cui sei tentati) episodi avvenuti tra dicembre del 2014 e aprile del 2015. Si trattava di un’indagine senza testimonianze dirette, e quindi più complessa da portare a dibattimento, ma l’arresto in flagranza aveva segnato la svolta. Ieri in aula il difensore ha chiesto e ottenuto dal giudice Giovanni Petillo di poter procedere con rito abbreviato (cioè allo stato degli atti e senza sentire testimoni) ma subordinando il tutto a una nuova perizia psichiatrica: questo perché la precedente è comunque inserita in un distinto procedimento penale (anche se sempre per incendio doloso e per fatti analoghi) e quindi non utilizzabile in questo. La richiesta della difesa è stata accolta e l’incarico al perito verrà assegnato il 21 settembre: dopo l’accertamento si passerà direttamente alla discussione

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