GIALLO SUL DELITTO DI ENTRATICO
È giallo sulla fine violenta di Cosimo Errico, 58 anni , insegnante all’istituto Natta di Bergamo, trovato morto dal figlio dopo essere stato aggredito a colpi d'accetta e semibruciato in una cascina a Entratico. Il killer, o i killer (non è escluso che gli aggressori fossero due) dopo aver ucciso Cosimo Errico hanno tentato di simulare un incidente, sistemando il corpo vicino al frigorifero per poi cospargerlo di benzina (o carburate per mezzi agricoli) e dargli fuoco. Ma il corpo non si è carbonizzato, eliminando ogni traccia: si è parzialmente bruciato in diversi punti, ma con ustioni superficiali che hanno permesso di rilevare tutte le ferite. Difficile stabilire l’ora esatta del decesso, ma l’ultimo contatto telefonico con i familiari è stato alle 18, quindi il delitto è stato commesso nello spazio di circa sei ore e mezza. Chi possa aver ucciso il professore, e per quale motivo, lo stanno accertando i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo coordinati dal sostituto procuratore Carmen Santoro. Ieri mattina ha effettuato un sopralluogo alla «Cascina dei Fiori», una fattoria isolata in via Chiosi a Entratico, al confine con Borgo di Terzo, insieme al comandante provinciale dei carabinieri Paolo Storoni e agli ufficiali dell’Arma che stanno lavorando alle indagini. Non sono stati trovati segni di effrazione, apparentemente sembra che non manchi nulla dalla fattoria, la vittima aveva ancora il portafogli e il cellulare. Nessuna macchia sulla fedina penale del professore, il figlio e la moglie Gisella Borgonzoni, insegnante alle elementari, non hanno riferito di litigi o problemi a scuola o con qualche dipendente. È emerso invece che, in passato, l’uomo aveva ricevuto delle denunce per omesso versamento dei contributi ad alcuni lavoratori. E che spesso li pagava in nero. Per fare lavori saltuari in fattoria, tagliare l’erba, accudire gli animali e ripulire la cascina, attingeva al bacino dell’immigrazione, a volte regolare a volte clandestina, reclutando gli stranieri anche nel centro di accoglienza di Vigano San Martino, gestito dalla cooperativa Ruah: africani, indiani, pakistani. Aveva anche un carattere forte e autoritario, Cosimo Errico, ed è emerso dalle varie testimonianze che spesso trattava con durezza gli immigrati: mai violento, ma irrispettoso e brusco. È in questo ambito che si stanno concentrando le indagini, anche se gli inquirenti precisano che tutte le piste vengono prese in considerazione.
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