ACCERTARE LA VERITA'

Anche nella giornata odierna, i vicini di casa a mezza voce hanno riferito che tra Colledan e la sua convivente le cose, da tempo, non andavano bene; lui era spesso molto duro con lei; qualcuno riferisce che fosse anche violento e manesco, come accaduto negli ultimi tempi quando la donna, seguita ormai dai servizi sociali, dopo essere stata visitata al pronto soccorso dell'Ospedale di Esine, era stata posta in una struttura protetta lontano dal pericolo rappresentato dal suo convivente. L'incendio della casa sarebbe quindi stato un gesto estremo di vendetta contro la convivente che era stata allontanata, o forse un tentativo di richiamare l'attenzione. Il resto è cronaca: dopo il nulla osta del magistrato, quello che restava di Colledan è stato cremato e le sue ceneri sono state sepolte a Milano. La donna attualmente è ancora nella struttura protetta, al riparo da sguardi, interrogativi e inutili curiosità. Ma gli inquirenti vogliono scoprire fino in fondo la verità con i suoi contorni: il lavoro degli specialisti del NIA e NIAT ha questo preciso scopo. Ad Andrista hanno avuto il supporto prezioso dei colleghi dei distaccamenti di Edolo e di Breno, mentre nella caserma di Cevo hanno sentito alcuni testimoni a conoscenza dei fatti e, pare, anche degli antefatti.

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