FUGA DALLA SCUOLA

Saranno circa 300 i lavoratori della scuola bergamasca a usare la misura di quota 100 per andare in pensione, proiettando sul prossimo anno scolastico problemi di gestione del personale soprattutto per quanto riguarda i docenti di sostegno. È la proiezione che la CISL Scuola Bergamo ha fatto alla luce del vero e proprio “assalto” agli uffici che in questi giorni si è verificato agli sportelli del sindacato. Una vera e propria fuga che la nuova agevolazione prevista nel decreto del governo permette e lascia prevedere. “Tra i nostri docenti – dice Salvo Inglima, segretario generale CISL Scuola Bergamo - c’è un grosso timore sulle regole pensionistiche: c’è paura che cambino in peggio. Si prospetta quindi una grande fuga, sia tra i docenti che tra il personale ATA. Abbiamo già registrato e istruito pratiche per 150 lavoratori, da tutte le zone della provincia”. Purtroppo pare però che questa fuga dalla scuola creerà più problemi che altro. Se infatti qualcuno immagina che in questo modo si libereranno cattedre non sarà così. O meglio le cattedre saranno libere, ma non coperte da concorsi e alcune nicchie avranno dei grossi problemi. Quelle degli insegnanti di sostegno, o quelli di matematica e fisica alle medie, e alcuni insegnamenti specifici degli istituti tecnici. CISL Scuola sta dando risposte a tanti iscritti e gli operatori sono sommersi di richieste: è stato anche condotto un sondaggio per capire i motivi che spingono a lasciare anzitempo il lavoro. “Oltre al timore dell’inasprimento dei parametri per andare in pensione – continua Inglima -, hanno avuto particolare peso anche l’eccessiva complessità del lavoro affidato, le relazioni con gli alunni e il mancato riconoscimento sociale del lavoro. Insomma, con “Quota 100”, è emerso con forza il grande stress lavorativo della nostra categoria”. Il problema, ora, riguarda le ripercussioni che questo “esodo” avrà. “Per chi resta, tante incognite sul futuro – conclude il segretario CISL Scuola –, sia in termini economici che da stress correlato al lavoro”.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori