L'ASFALTO SI MANGIA L'AGRICOLTURA
La corsa del consumo di suolo nella Bergamasca è inarrestabile. Attraverso il confronto di alcune fotografie scattate da Google Earth a distanza di circa un decennio, Coldiretti Bergamo evidenzia la progressiva erosione che ha subito la campagna a livello provinciale, in particolare quella più fertile della pianura. “Sono immagini che parlano da sole – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio: un prima e dopo impressionante che mostra ad esempio, come l’asfalto della Brebemi abbia letteralmente divorato la campagna. “Noi agricoltori” - afferma il presidente alla guida dell'associazione bergamasca a nomi degli associati della provincia- che consideriamo la terra un bene prezioso, fondamentale per il nostro lavoro, non possiamo restare indifferenti di fronte a questo monito e ci auguriamo che lo stesso facciano i cittadini consapevoli che la disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale”. Per la Coldiretti infatti difendere la terra significa non solo preservare l’agricoltura ma difendere anche il luogo, l’identità, la comunità e i suoi valori. La preoccupazione espressa dall'associazione arriva in un momento in cui si stanno prendendo decisioni importanti e delicate sul tema delle infrastrutture a livello provinciale. La Coldiretti si dice attenta alle problematiche del traffico e della mobilità, ma ritiene che prima di coprire in modo irreversibile altro suolo con asfalto e cemento sia necessario potenziare le infrastrutture già disponibili. Fino 2017 (ultimo dato ISPRA) nella Bergamasca sono stati “bruciati” 351 km quadrati di suolo, vale a dire che ogni abitante ha irrimediabilmente perso 316 metri quadrati di territorio. Nell’arco di una generazione l’Italia ha perso il 28% dei propri campi coltivati a causa della cementificazione e dell’abbandono che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile a circa 12,8 milioni di ettari. Secondo un recente studio dell’Istat, l’Italia è al sesto posto fra i Paesi europei con la maggiore incidenza (6,9%) di superfici sepolte sotto asfalto e cemento subito dopo Malta (23,7%), Paesi Bassi (12,1%), Belgio (11,4%), Lussemburgo (9,8%) e Germania (7,4%).
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