IL MALTEMPO FLAGELLA BRESCIA E BERGAMO
Centinaia di interventi e chiamate ai centralini dei vigili del fuoco dei comandi di Brescia e Bergamo: allagamenti, tetti scoperchiati, alberi pericolanti, crolli, prosciugamenti, dissesti. Ha di nuovo colpito forte le nostre province il maltempo delle ultime ore. A Bergamo e provincia dalla mezzanotte di giovedì 23 luglio alle 9 di questo venerdì sono stati 44 gli interventi che hanno vito protagonisti i vigili del fuoco del comando provinciale e dei vari distaccamenti. Vento forte e piogga battente l'hanno fatta da padroni nella tarda serata di giovedì e nella mattinata di venerdì. Ad essere colpiti soprattutto i capoluoghi ed i dintorni, meno gravi, invece, i danni nelle valli. A Bergamo i vigili del fuoco sono stati impegnati per molti allagamenti che hanno creato problemi al traffico. I sottopassi sono diventati grandi e profonde pozzanghere dove le auto in transito hanno rischiato di impantanarsi. Decine di di chiamate ai Vigili del fuoco anche a Brescia ed hinterland per allagamenti negli scantinati, alberi spezzati caduti in alcuni casi anche sulle auto parcheggiate, sottopassi resi impraticabili dalla pioggia e stazioni della metro invase dall’acqua. A Brescia questo venerdì mattina in mezz'ora è caduta la pioggia di una settimana accompagnata per altro da forti raffiche di vento. La conta dei danni degli ultimi temporali è ancora in corso. Danni si registrano anche all'agricoltura. Secondo il primo report di Coldiretti Bergamo la grandine ha colpito a macchia di leopardo il mais soprattutto nella zona di Azzano San Paolo e Zanica, triturando le foglie e rovinando le pannocchie. La grandine è caduta anche nella zona di San Giovanni Bianco, in valle Brembana, compromettendo il terzo taglio del fieno. E’ stato ancora imbiancato dai chicchi di ghiaccio anche l’alpeggio Cancervo, situato a circa 1600 metri in Valle Brembana. A Urgano la furia del vento ha divelto il tetto si una stalla.Un po’ ovunque sono caduti alberi e ci sono campi sommersi dall’acqua che i terreni non riescono più a trattenere. Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici che si manifestano con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi. Un fenomeno aggravato dal consumo di suolo con l’abbandono delle campagne e la cementificazione. In provincia di Bergamo, dice la coldiretti dal 2018 al 2019 sono stati consumati altri 85 ettari di suolo, inoltre, secondo l’Ispra, i comuni bergamaschi con potenziale rischio idrogeologico medio alto sono il 91,3% del totale.
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