FINISCE UN INCUBO DURATO TRE ANNI

Dalla denuncia di scomparsa, nel 2016, presentata ai carabinieri dalla seconda ex moglie di Sergio Zanotti, domenicana che vive a Sarnico con i loro due figli, fino agli appelli della prima ex moglie, di origini francesi che vive a Sulzano con le tre figlie che ha sostenuto che l'uomo non sarebbe scomparso volontariamente, alla speranza della sorella e di tutti i famigliari che lo vedevano impotenti ritratto nei video, in ginocchio, con la barba lunga e due mitra puntati alla testa. La notizia della liberazione dell'imprenditore 56enne di Marone, mette fine ad un incubo iniziato tre anni fa. Tre anni durante i quali alla speranza ad un certo punto, il 14 giugno del 2017 quando è stata diffusa la notizia della decapitazione dell'imprenditore di Marone, ha lasciato spazio la rassegnazione, tanto che i suoi figli hanno creduto che fosse davvero morto. Perché il silenzio era la strategia migliore per i servizi segreti italiani: meno rumore si faceva intorno alla vicenda, meno si faceva il gioco dei rapitori. E' così alla fine, una volta chiaro che dallo Stato Italiano non avrebbero avuto nessun riscatto, è stato possibile procedere alla sua liberazione. “Ho sempre creduto nella Farnesina” - dice Yolande Mainer, la prima ex moglie di Sergio Zanotti, che da Sulzano risponde ai giornalisti ed esprime la sua gioia per un lieto fine ormai inaspettato.”

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