EUROPEE I PROGRAMMI DEI PARTITI
I programmi dei singoli partiti in campo per le elezioni europee nascono dalle principali critiche mosse all’Europa. Critiche che mettono in discussione l’impianto stesso su cui l’Unione è nata. La Lega lavora per rimettere al centro i singoli Stati, il Movimento 5 vuole abolire il “Patto del Nazareno Europeo” tra i popolari e i democratici, ma anche istituire un salario minimo europeo, tagliare gli stipendi dei commissari europei e ridistribuire equamente i migranti all’interno dell’Unione. Anche il pd vuole istituire un salario minimo europeo e rilanciare il ruolo ma vuole anche lavorare per un’Europa più accogliente, unita e solidale. Forza Italia dichiara lotta all’austerità vuole dare più potere al Parlamento Europeo, definire una sola politica estera e di difesa, dialogare con Russia e Stati Uniti, fermare l’immigrazione irregolare e riformare la Bce. Anche Fdi di Giorgia Meloni, se riuscirà a superare la soglia di sbarramento del 4 per cento, vuole riformare la Banca Centrale Europea rompendo “l’egemonia franco-tedesca” mentre il programma della lista +Europa di Emma Bonino va dalla costruzione di un’Europa più forte sotto un’unica federazione a maggiori diritti civili e libertà individuali. Europa Verde, formata dalla Federazione dei Verdi e da Possibile, punta ovviamente moltissimo sul tema dell’ambiente, ma tra le sue 12 priorità ci sono anche un welfare europeo più sostenibile, la parità di genere e la lotta contro la violenza sulle donne. Si dichiara contro l’austerità anche la Sinistra che unisce Sinistra Italiana e Rifondazione comunista e che punta ad una tassa patrimoniale per redistribuire la ricchezza, maggiori tutele sul lavoro, ad un sistema di accoglienza dei migranti più efficiente e migliori politiche ambientaliste. In discussione c’è il Trattato di Maastricht e quel famoso rapporto deficit Pil che non deve essere superiore al 3% dal quale si è sviluppata l’Europa dell’austerità, preoccupata prima di tutto dalla stabilità economica dei singoli Stati riassunta nello spread, controllata dalla Troika, influenzata dalla Bce. In discussione c’è anche il trattato di Lisbona secondo il quale gli Stati devono rimettere le decisioni in alcune materie nelle mani delle istituzioni europee e tra i trattati più criticati, quello di Dublino secondo il quale Paese che deve dare asilo è quello in cui il migrante sbarca. Tutti i programmi convergono però anche nel richiedere politiche comunitarie comuni, che vanno al di là dei confini, per risolvere problemi globali, come i cambiamenti climatici, il terrorismo, gli standard di sicurezza legati a prodotti e cibo o la difesa dei diritti umani che passa da istituzioni nate con l’Europa, come la Corte di Giustizia europea o il Consiglio d’Europa o ancora la Corte Europea dei diritti dell’uomo. Realtà e temi che riportano al centro l’obiettivo alla base di un’istituzione sovranazionale che non è e non deve essere puramente economica.
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