SOTTO LA PIAZZA UNO SCHELETRO DELL'ETA' DEL RAME
Dagli scavi sotto Piazza Ronchi emergono tasselli importantissimi per ricostruire la storia più antica di Breno. Lo tomba con lo scheletro di un adolescente risalente all' età del Rame (III millennio avanti Cristo), circa 300 buche per il posizionamenti dei pali e materiale di ceramica e tracce di focolari risalenti all'età del Bronzo (II millenno circa), nell'età del Ferro tracce del passaggio di un fiume che invase la piazza e spostò l'insediamento e del tentativo di arginarlo con pietre e argini e testimonianze di sepolture rituali di cavalli, tracce di un edificio in pietra e due sepolture di adulto risalenti al periodo basso Medioevale. Tutto questo è emerso dalle indagini preliminari svolte per autorizzare gli scavi per il parcheggio interrato e si aggiunge alle scoperte degli anni '80 del professor Fedele dell'Università di Napoli che portò alla luce tracce di frequentazione risalenti al Neolitico. Gli scavi, su un'area di 1350 metri quadrati e per una profondità di 4 metri e mezzo, sono stati realizzati su incarico dell'amministrazione comunale in stretta collaborazione con la soprintendenza archeologica e sono sono stati affidati alle ditte specializzate Viviana Fausti di Brescia e Cora Srl di Trento. L'emozione iniziale dei primi ritrovamenti legati alla Preistoria, dall'età del Ferro con le prove della presenza di un fiume che scorreva al centro della piazza e dei lavoro svolto dagli abitanti di allora per arginarlo, all'età del Bronzo con il ritrovamento persino del perimento intero di una capanna seminterrata e di materiali di ceramica e tracce di focolari, fino all'età del Rame a cui risale la tomba di un adolescente, trovato in posizione fetale, rannicchiato su fianco sinistro come voleva il rituale dell'epoca. Il giovane, a cui era stata dedicata una tomba monumentale, doveva rivestire un ruolo di spicco nella comunità di allora perché aveva molti ornamenti: oltre 700 perline, trenta canini forati appartenenti ad un carnivoro, un corrodo di selce, ceramica, una lesina di rame e un sudario o mantello. La strada per ricostituire la storia del fanciullo è ancora lunga: verranno effettuate analisi del Dna, antropologiche, datazioni al radiocarbonio, per capire qualcosa di più sulle circostanze della sua morte e sulla sua vita. I reperti ora sono nelle mani della soprintedenza per tutte le indagini e analisi del caso e poi verranno progettati punti di informazione e percorsi museali sul luogo dei ritrovamenti, perché chiunque camminando per la piazza possa immaginare quel passato che non è del tutto scomparso, è sepolto sotto le nostre case e le nostre strade e continua a parlare.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!